Pescara. Coordinare l’azione di risanamento dei fiumi con la salute delle acque di balneazione, superando la grave condizione di inerzia delle istituzioni pubbliche.
Lo afferma la Federazione autonoma dei balneatori (Fab), secondo cui i dati negativi pubblicati in questi giorni, relativi al peggioramento della qualità delle acque di balneazione abruzzesi, rischiano di generare una pesante ricaduta sull’offerta turistica dell’estate ormai alle porte.
Per scongiurare questo esito, secondo il segretario regionale delle imprese del turismo balneare aderenti alla Cna, Cristiano Tomei, che si appresta a chiedere un incontro urgente all’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, occorre intervenire drasticamente sul risanamento dei fiumi e degli altri corsi d’acqua, cioè svolgere una forte azione di prevenzione.
“Abbiamo chiesto, sin qui invano al Consiglio regionale – dice Tomei – di essere ascoltati dalla commissione incaricata di redigere il “Piano di tutela delle acque”, che prevede una sciagurata richiesta all’Unione europea, di prorogare al 2027 l’entrata in vigore dei parametri di qualità continentali sulle acque di balneazione. Una richiesta cui ci opponiamo e che contrasteremo in tutte le sedi, perché le proroghe non risolvono i problemi ma finiscono solo con aggravarli, come dimostrano i dati negativi sulle nostre acque”.
A detta di Tomei, ancora, vanno accorciati sensibilmente, da parte dell’Arta, gli intervalli di tempo nel campionamento delle acque di balneazione, che oggi avvengono a scadenza mensile e solo in alcuni casi a scadenza quindicinale. “Il monitoraggio delle acque di balneazione va effettuato a scadenze più ravvicinate, per aver un quadro più puntuale e realistico della situazione, ma poi serve un’azione di coordinamento tra i diversi soggetti interessati al risanamento”.