La variazione di bilancio della Regione Abruzzo di nuovo nel mirino del Pd

Pescara. La Variazione di Bilancio era stata già nei giorni scorsa, infatti, al centro di polemiche nel corso dell’ultima seduta dell’Assise, durante la quale i consiglieri del Pd hanno, con una interrogazione a risposta immediata del Capogruppo Camillo D’Alessandro, richiesto di far luce sul grossolano e pericoloso errore degli uffici del Bilancio e dell’Assessore delegato Carlo Masci in merito alle legge 59 del 30 dicembre scorso.

 

 

 

In quella sede la maggioranza, costretta a fare il mea culpa ha dovuto affermare che più di sette milioni di euro destinati a realtà culturali,centri di ricerca, e in taluni casi a coprire economie già spese come nel caso del fondo sociale reginale , non c’erano più.”Il governo regionale della menzogna” Così esordisce il capogruppo del PD in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro denunciando la variazione di bilancio a dicembre 2013 con la quale erano stati stanziati oltre 7 milioni di Euro

“Erano soldi finti – attacca D’Alessandro – e noi lo avevamo denunciato , ma ricevendo rassicurazioni direttamente d Chiodi in commissione ed in consiglio, noi, votammo comunque contro, ma mantenemmo il numero legale , perché anche in quella occasione non avevano i numeri necessari, pur di dare risposta a sociale, cultura ed agricoltura”

“Martedì scorso in aula – riferisce D’Alessandro – con una mia interrogazione ho chiesto dove fossero andati a finire quei soldi e Masci ( Assessore al Bilancio) e Chiodi hanno ammesso che quei fondi non ci sono. Insomma si è trattato di un inganno, di una menzogna”

“Avevamo ragione noi – riprende Giovanni D’Amico – ma ora i beneficiari traditi delle provvidenze economiche essenziali non possono essere lasciati soli ed è necessario un provvedimento che riassegni le risorse “

“ Per farlo – spiega Claudio Ruffini – è necessario che approvino i rendiconti, dai quali si possono individuare le eventuali economie. Ma non hanno mai il numero legale in aula”

“per fare alcuni esempi – conclude D’Alessandro – l’enoteca e la fiera di lanciano rischiano di chiudere, così come i centri di ricerca i cui lavoratori non percepiscono lo stipendio da 13 mesi. La marineria pescarese e quella di Ortona non riceveranno i fondi annunciati. I comuni non avranno i fondi per i piani sociali e per i progetti di riqualificazione urbana, già spesi, così come non riceveranno un euro le istituzioni culturali della prosa e musicali”

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