Pescara. “La campagna elettorale è già iniziata ed è partita con un atto che potrebbe essere strumentalizzato ed inquinare, in qualche modo, i percorsi della stesa competizione elettorale. Ma se l’obiettivo dovesse essere quello di farci ritirare, dico, fin da subito, non ci ritireremo perchè siamo persone perbene”.
Carte alla mano, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, (alla presenza di quasi tutta la sua giunta, molti consiglieri ed esponenti del centrodestra abruzzese) si è difeso su tutta la linea rispetto alla accuse mossegli dalla procura di Pescara nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta, questo pomeriggio, a Pescara, nella sede della Presidenza.
“Sulla vicenda del biglietto aereo di mia moglie, – ha chiarito Chiodi – sarebbe bastato prendere in considerazione chi ha effettivamente pagato il biglietto per capire che si tratta del sottoscritto. Un cosa è certa: la Regione non ha pagato il biglietto a mia moglie. Questo lo si evince chiaramente dall’ordine di bonifico indirizzato all’agenzia di viaggi. Documento che è a disposizione e che, ovviamente, consegnerò agli inquirenti”.
La seconda comunicazione di servizio del Presidente ha riguardato la contestazione di spese di missione relative a viaggi in alcune località italiane ed estere. “Mi riferisco ai soggiorni a Nizza, Capri, Milano, Torino e Verona dove mi sono recato per fini istituzionali – ha tenuto a precisare Chiodi – ed è tutto documentato. Esiste, infatti, un elenco di tutte le missioni con l’indicazione dei motivi per i quali le ho effettuate. Oltretutto, – ha continuato – si tratta di trasferte documentabili anche attraverso le ricostruzioni giornalistiche degli organi di stampa che ne hanno dato ampiamente conto. Anche rispetto a queste contestazioni, forniremo spiegazioni a chi di dovere. La terza comunicazione di servizio riguarda, poi – ha rivelato – la contestazione di spese di entità irrisoria che pure siamo in grado di giustificare. Si tratta di poche centinaia di euro”.
Infine, il presidente Chiodi ha espresso fiducia negli organi inquirenti. “A giudicare il Governo regionale – ha concluso – saranno certamente i cittadini abruzzesi ma voglio ancora credere nell’operato della magistratura. Del resto, la controprova l’avremo il 4 febbraio che sarà una sorta di cartina al tornasole”.
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