“Il cardine fondamentale di una diffusa cultura in materia” commenta il consigliere regionale Lucrezio Paolini, promotore della risoluzione “va individuato, in particolar modo, nell’adozione di misure informative/formative rivolte ai più giovani, da acquisire e mantenere quale indispensabile bagaglio personale di vita lavorativa e familiare una particolare attenzione deve essere riservata a coloro che costituiranno le nuove generazioni di lavoratori: studenti della scuola dell’obbligo, delle università ed allievi dei corsi di formazione professionale. Si tratta di un passo fondamentale per promuovere una corretta cultura della salute e della sicurezza in capo alle nuove generazioni di lavoratori. L’irresponsabilità di questa maggioranza rischia di vanificare ogni impegno profuso in tale direzione atteso che, a partire dal prossimo 15 dicembre, la potestà legislativa della Regione Abruzzo, in regime di prorogatio, come evidenziato nella nota del Servizio Legislativo del 28/11/2013, sarà fortemente limitata. Il Testo Unico sul Welfare, che avrebbe dovuto recepire le indicazioni della Risoluzione approvata, deve essere riformulato, come argomentato in V Commissione, perché presenta aspetti critici di ordine legislativo e finanziario. In una parola: non c’è più tempo! Intanto si continua a morire nei luoghi di lavoro senza che si attui una politica adeguata. La recente indagine condotta dalla Società Vega Engineering di Mestre testimonia drammaticamente che a fronte dei 1.588 casi di morti bianche registrate in Italia, nel triennio 2010/2012, è l’Abruzzo come regione a guidare la classifica con un indice del 48,4 contro una media nazionale del 23,1 (per incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa). I settori maggiormente colpiti sono l’agricoltura, interessata dal maggior numero di morti bianche (36,5%) e le costruzioni (24,6%), ma dati particolarmente preoccupanti emergono anche con riferimento ad altri settori e per conseguenze limitate a casi, variabili in quanto a gravità, di parziale inabilità temporanea o permanente. Le cause principali degli incidenti mortali sono: le cadute dall’alto, il ribaltamento di veicoli e mezzi di trasporto (es. agricoli) e lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti. Nella quasi totalità dei casi di tratta di cause elementari, ma ripetute e cronicizzate, assunte in violazione di norme specifiche, ma anche di un gravissimo deficit di sensibilità e cultura rispetto ai temi della più generale tutela sui luoghi di lavoro”.