Mancanza di chiarezza sulla solidità e sul futuro della società di trasporti Arpa. È questa la ragione principale che ha spinto la Filt Cgil Abruzzo a proclamare, per il prossimo 16 dicembre, quattro ore di sciopero.
“I freddi e incontestabili numeri dei bilanci pubblici degli ultimi anni” si legge in una nota sindacale “stanno lì a rappresentarci un’impresa pesantemente indebitata e con perdite di esercizio in costante e progressivo aumento tali da pregiudicare lo stesso capitale sociale che ammonta a 8milioni 990mila euro. Un trend negativo che peraltro, sembra non arrestarsi ed andare nella stessa direzione anche per l’anno in corso. Dati che vanno ad aggiungersi alla pesante situazione debitoria nei confronti di banche e fornitori. Cifre e numeri da capogiro sulle cui responsabilità abbiamo solo certezze: il pesante dissesto di Arpa è riconducibile principalmente a coloro che hanno amministrato e guidato l’impresa in questi tre anni e che, non a caso, non sono stati in grado di smentire e nemmeno di attenuare le pesanti denunce formulate sin dallo scorso mese di luglio dalla Filt Cgil Abruzzo. Il conto decisamente negativo del loro operato (amministratori, dirigenti e organi di controllo e vigilanza), è stato pesantemente fatto pagare ai dipendenti di Arpa attraverso il taglio di cento posti di lavoro e la contestuale riduzione del costo della manodopera ridimensionatosi – solo nell’ultimo anno – di quasi 2mln di euro. E mentre hanno cercato costantemente di convincerci che le condizioni di difficoltà economica dell’impresa rendevano necessario un ridimensionamento dei salari, quegli stessi amministratori erogavano indecorosamente ai dirigenti aziendali, cospicui premi legati ai risultati (e che risultati…!). Mentre ci si affannava a smentire ipotesi sempre più circolanti, soprattutto in ambienti politici, di una possibile privatizzazione di Arpa, la stessa impresa formalizzava ufficialmente alla Regione, la volontà di cedere alle aziende private del settore il 10% dei propri servizi! Un chiaro desiderio di privatizzazione che l’attuale Consiglio di Amministrazione, ha già tentato di concretizzare in più di un’occasione sia con la vicenda Sistema che con le attività di manutenzione di Arpa. Per anni e anni, facendo le solite passerelle tra i depositi aziendali e nelle piazze, hanno inaugurato in pompa magna nuovi pullman acquistati – secondo gli stessi vertici aziendali – senza alcun contributo pubblico ma solo con risorse interne, salvo poi essere costretti a bussare alle casse della Regione Abruzzo ed accorgersi che la quasi totalità dei mezzi acquistati (circa 200) non possedeva i requisiti previsti dalle normative regionali per poter fruire di finanziamenti pubblici. Da sempre gli stessi amministratori hanno tirato in ballo motivazioni e ostacoli pretestuosi per scongiurare l’ipotesi di accorpamento delle tre aziende regionali (Arpa, Gtm e Sangritana). I continui allarmismi lanciati a mezzo stampa sul presunto aumento del costo del lavoro, sui rischi legati agli esuberi o sulle sedi da spostare a causa della fusione, hanno rappresentato unicamente la volontà di intralciare una riforma in grado di mettere in discussione seriamente le proprie poltrone. E possiamo tranquillamente affermare che ad oggi ci sono perfettamente riusciti. Ancora oggi componenti dell’attuale Cda, messi alla guida di Arpa senza avere particolari attitudini, doti e conoscenze in materia trasportistica, ma solo (e per loro stessa ammissione) come contropartita ad un posto ambìto (ma negato dalla politica) da assessore in una provincia abruzzese, trovano il tempo per “sparlare” su inesistenti privilegi di cui godrebbero gli autisti dell’Arpa. Per mesi e mesi hanno provato a farci credere che le assunzioni di nuovo personale e le stesse trasformazioni degli attuali autisti part time, non fossero percorribili in virtù di inesistenti obblighi normativi (sono in atto procedure concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato presso la Cotral – azienda regionale dei trasporti del Lazio – in grado di dimostrare l’esatto contrario). Nel frattempo ci troviamo a fronteggiare una elevata carenza di personale viaggiante tale da non potere assicurare il regolare espletamento dei servizi se non ricorrendo a livelli non più sostenibili di prestazioni straordinarie e negando ferie, permessi e quant’altro ai dipendenti. Abbiamo l’urgente obbligo di capire direttamente dalla Regione Abruzzo se anche Arpa Spa – principale azienda regionale di trasporto – è riconducibile tra le aziende che si trovano sull’orlo del baratro. Chiediamo pertanto all’Assessore regionale ai trasporti Giandonato Morra di attivare con le Organizzazioni Sindacali un tavolo specifico di confronto per accertare da un lato le reali condizioni in cui versa Arpa e, dall’altro, per individuare quei provvedimenti necessari ed urgenti a fornire immediate risposte alla grave carenza di personale addetto alla guida”.