“Seimila euro da buttare nel calderone degli oltre 13 milioni sperperati per non fare nulla di concreto per salvare l’orso marsicano! Questa è la nuova idea di una delle ormai tante associazioni di “amici” dell’orso marsicano. Sempre gli stessi personaggi che cavalcano sigle e contro sigle peggio dei nostri politici, perché coniare sigle e logo è la cosa più facile del mondo: bastano due persone per dirsi associazione”.
Lo ha dichiarato Franco Zunino, Segretario Generale AIW, aggiungendo che si tradda “degli stessi che hanno richiesto all’autostrada Roma-L’Aquila-Pescara di sollevare barriere “anti-orso” del costo di decine di migliaia di euro” che gli orsi, però, scavalcherebbero comunque per ovvie ragioni, denunciando il fatto che nessuno comprenda che questo accade perchè le stesse autostrade sono in realtà lontane dal loro originario areale di vita.
“Quello è il vero problema da risolvere – lamenta Zunino -. Quindi, eccola la grande genialità e lo sperpero di danaro (questa volta, se non altro, privato) per un’iniziativa inutile (almeno per l’orso), pur di non dover ammettere che le cose da fare sono quelle che da anni il sottoscritto e l’Associazione Wilderness vanno dicendo, ossia seminare terreni e contenere il disturbo da turismo escursionistico”.
Secondo il Segretario Generale AIW sei mila euro “saranno buttati via per realizzare una segnaletica dissuasoria assolutamente inutile in quanto comunque nessun automobilista la rispetterà, come già non la rispettano nei centri urbani dove avrebbe maggiori motivazioni – elevato rischio di multe”.
Come sottolinato ancora da Zunino, infatti, nella sua opinione nessuno sarebbe in grado di procedere a velocità tale da divenire pericolosa per qualsiasi animale selvatico (una serie di curve e tornati per superare un dislivello di 700 metri), mentre nei pochi tratti rettilinei esistono già cartelli installati dall’Ente Parco. “Ed è così – continua la nota – per quasi tutte le strade che attraversano il territorio di vita dell’orso. Ma c’è un però: la strada statale 83 è quella di maggiore accesso al Parco, per cui si può immaginare l’impatto pubblicitario di chi ha donato i 6.000 euro (quasi pubblicità occulta!) e per chi ha fatto allestire i cartelli segnaletici. Bella furbata all’italiana! Altro che desiderio di aiutare l’orso marsicano a sopravvivere, che non di cartelli ha bisogno ma di campi seminati a granoturco! Perché, al solito, bisognerebbe prima chiedersi perché l’orso oggi attraversa così di frequente queste strade e poi agire a monte per dissuaderlo. Quanti campi di mais e carote si potrebbe seminare con questa somma? Peccato che l’idea delle semine non sia la loro, ed è forse solo per questo che il danaro viene devoluto per altre iniziative, che a tutto o niente possano servire, purché non siano adibite a coltivare terreni o indennizzare i pastori; quindi, vai con cartelli segnaletici; che oltre che essere inutili, arrecheranno anche l’ennesimo danno paesaggistico alla terra dell’orso (perché sembra che si tratti di segnalatori ottici, magari anche luminosi, quindi di grande impatto visivo).
Non resta che augurarsi che almeno le autorità preposte alla viabilità ed alla difesa del paesaggio non autorizzino una tale inutile e dannosa iniziativa; caso mai limitandosi, come facciamo noi, a consigliare il Parco di aumentare, ma solo dove è il caso, il numero dei normali e meno costosi cartelli segnaletici. Buon senso. E’ questo che manca per salvare l’orso!”.
L’auspicio, conclude Zunino, è che si rifletta se non sia il caso invece di devolvere la somma all’Ente Parco affinché la utilizzi (come quella che sarà presto devoluta a tale ente da parte degli ATC) per far partire una sostanziosa campagna alimentare a favore dell’orso in modo che non si allontani dall’area protetta del Parco Nazionale.