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Lavoro, crescono in Abruzzo le imprese rosa

Pescara. L’Abruzzo si fa sempre più rosa. A rivelarlo uno studio condotto dal Centro Studi di Confartigianato su dati Istat dal quale emerge che l’andamento dell’occupazione femminile di lungo periodo nel territorio abruzzese, nella media annuale tra il III trimestre 2012 e il II trimestre 2013, segna una crescita del 4,7% rispetto alla media di quattro anni prima (III trim 2008 – II trim. 2009), a fronte di un consistente calo dell’occupazione maschile (- 3,2%).

Non è tutto. La fotografia scattata da Confartigianato passa in rassegna anche il trend dell’occupazione femminile considerando la classe di età. Negative le percentuali della fascia che comprende le donne dai 15 ai 24 anni, con il 78,8 per cento di donne inattive sul mercato del lavoro e per quelle la cui età è invece compresa tra i 55/64 anni (70,5 per cento di inattività). Tra le quattro province abruzzesi è Pescara a registrare il più basso tasso di inattività femminile (43,3 per cento).

Dall’analisi emerge anche che le donne sono state vere e proprie protagoniste dell’attività economica regionale: l’Abruzzo è la regione che a livello nazionale ha la maggiore incidenza di donne che ricoprono cariche imprenditoriali femminili nell’artigianato (22,9 per cento del mercato artigianale) e, a metà del 2013, le donne titolari di ditte individuali artigiane in Abruzzo erano 5.793, il 20,6 per cento del totale delle donne titolari di questo tipo di impresa.

Un dato che deve comunque fare i conti con un calo dell’1,8 per cento rispetto all’anno 2012, dovuto alla crisi economica. “Uno dei più noti problemi delle nostra economia – afferma Daniele Giangiulli, segretario di Confartigianato Abruzzo – è rappresentato dalla scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro: in Italia quasi una donna su due e’ inattiva. I dati elaborati dal nostro centro studi disegnano un Abruzzo in controtendenza con il dato nazionale. La nostra regione si presenta con il più basso tasso di inattività femminile staccando nettamente le regioni del Mezzogiorno: ciò è frutto di azioni politiche mirate a garantire l’occupazione e l’imprenditoria femminile. Le istituzioni devono continuare ad impegnarsi su questo fronte per eliminare la mancata parità tra uomini e donne: un problema non solo economico ma anche culturale che tocca e cambia la vita di ciascuna donna”.