Abruzzo, ‘totale assenza di strategia per lo sviluppo montano’: D’Amico accusa Masci

masciL’Aquila. Totale assenza di strategia per lo sviluppo montano. Di questo il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D’Amico accusa l’assessore Carlo Masci, al quale il politico ha presentato una interrogazione a risposta immediata  per chiedere chiarimenti sulla politica regionale in merito.

“Lo scorso Il 13 gennaio – premette  d’Amico – è entrata in vigore la legge regionale n.1/2013 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale riguardante il riassetto degli enti del territorio montano e politiche di sviluppo della montagna abruzzese”.

A destare l’attenzione di D’Amico è soprattutto l’articolo 3 che, come precisa il vicepresidente in una nota, “ha a che fare con il riassetto  degli enti del territorio montano ovvero  lo  scioglimento delle Comunità montane  e la ricollocazione del personale e  la promozione della costituzione di Unioni tra Comuni Montani  per lo svolgimento delle  le funzioni amministrative la  gestione  dei servizi pubblici. I termini per adempiere al dettato di cui all’art. 3  sono abbondantemente stati superati   e a tutt’oggi  non siamo a conoscenza degli esiti di questa legge, ma registriamo una vacanza  amministrativa  da parte della Regione che ha lasciato i comuni montani in totale autogestione  determinando, di fatto,  la  frammentazione  e disgregazione istituzionale nelle aree montane, che da sempre la legislazione della Regione Abruzzo aveva tenuto nella massima considerazione. I Comuni sono stati delegati  a formare  Unioni con la soglia minima di 3000 abitanti , ma nulla  è detto rispetto alla continuità ed alla gestione dei piani  sociali, delle politiche  di sviluppo  agricolo, ambientale e turistico, delle attività produttive che possono svilupparsi adeguatamente solo in un’area di coesione più vasta”.

Proprio per questa assenza di una strategia dello sviluppo montano D’Amico ha rivolto a Masci una interrogazione a risposta immediata (che si discuterà domani, martedì 5 novembre) per conoscere  se, come appunto previsto dalla legge regionale, siano stati nominati i commissari in caso di inadempienza dei Comuni, quante Unioni  di Comuni Montani si  sono costituite e, soprattutto, se la Giunta ha predisposto il piano di  trasferimento e  ripartizioni di funzioni alla Regione e alle Unioni dei Comuni Montani e la relativa ricollocazione del personale delle  ex Comunità Montane.

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