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Orso marsicano: rischio di nuove catture

E’ giunta alla scrivente Associazione la notizia che i ricercatori del Progetto Life ARCTOS, si accingerebbero a catturare tutti gli orsi marsicani ai quale erano stati messi i radiocollari, in quanto sarebbero risultati troppo stretti, per cui dovranno essere allentati.

Spiace dover notare come una tale notizia butti un’ombra di discredito su chi ha provveduto a suo tempo a munire di radiocollari detti orsi, denotando un apparente incompetenza agli occhi dell’opinione pubblica. Tanto più in considerazione del fatto che sono ormai anni che si praticano tali operazioni.

La scrivente Associazione fa presente che ogni cattura comporta il rischio di incidenti che potrebbero portare a mutilazioni, ferite varie ed anche rischio di morte per gli animali catturati o catturandi (in merito esistono già alcuni dubbi su fatti segnalati in passato alle autorità, sebbene non comprovati ed anzi smentiti dalle stesse).

Partendo dal presupposto che gli attuali radiocollari siano stati dotati del congegno di “distacco” automatico al trascorrere di un certo periodo di tempo, come si è letto in qualche dichiarazione di studiosi ed autorità del Parco, si sconsiglia assolutamente altre operazioni di cattura e, se proprio dovessero decidersi, si richiede che esse abbiano il solo ed unico scopo di togliere i collari e non già sostituirli. Un programma che, per quanto noto, le stesse autorità del Parco avebbero già da tempo stabilito, anche se mai attuato. Sono già state effettuate troppe ricerche su quest’animale, senza conclusioni degne di nota dal punto di vista pratico ai fini della protezione degli individui di questa popolazione; ragion per cui si richiede il blocco totale e definitivo di ogni ulteriore ricerca che comporti la manipolazione di animali.

Si fa presente che nulla e nessuno può ancora smentire con certezza che proprio tali manipolazioni continue possano essere tra le cause che negli ultimi anni hanno portato al fenomeno degli “orsi problematici e/o confidenti” e che, anzi, tale fenomeno sia iniziato a verificarsi proprio in concomitanza con l’inizio ed il perdurare delle ricerche con l’ausilio dei radiocollari.

Ciò si richiede anche alla luce del fatto che il periodo per tali ricerche sta giungendo a conclusione (furono autorizzate nel 2011 dopo il termine di una prima fase), per cui munire gli orsi oggi di altri radiocollari potrebbe significare che si voglia magari prolungare almeno di fatto le ricerche in atto, che difatti potrebbero allora proseguire fino a quando i radiocollari invieranno impulsi agli apparecchi riceventi.

Per tutte le succitate ragioni la scrivente Associazione chiede fermamente a tutte le autorità compenti di non rilasciare le necessarie autorizzazioni, cosicché il lungo periodo di studi e ricerche possa finalmente concludersi e si possano infine iniziare a prendere quei provvedimenti atti a salvare dall’estinzione questa esigua popolazione di orsi prima che sia troppo tardi (un troppo tardi che per alcuni sarebbe già giunto!). Questo, soprattutto in considerazione al fatto che tutte le ricerche finora effettuate (con costi che avrebbero superato complessivamente i 13 milioni di Euro!) per quanto noto non hanno portato ad alcun serio e pratico provvedimento atto ad assicurare la protezione e la sopravvivenza di quest’animale.

Si chiede, infine, che siano al più presto reperiti e messi in disponibilità dell’Ente Parco fondi necessari all’inizio di un campagna di sostegno alimentare per l’orso, affinché si possa provvedere a semine e dislocazione di greggi “pubblici” nel territorio del Parco e sui ristretti circondari a partire dalla prossima primavera.

 

Franco Zunino

Segretario Generale dell’Associazione Italiana per la Wilderness