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Legge sulla ludopatia: Gatti: ‘Più tutele per le persone fragili’

“La legge sulla ludopatia è un primo atto concreto per contrastare in Abruzzo questa nuova piaga sociale dei nostri tempi”.

È quanto dichiara l’assessore regionale alle Politiche sociali, Paolo Gatti, dopo il voto del Consiglio che ieri ha approvato il progetto di legge presentato dalla stesso assessore e dal presidente della V Commissione regionale, Nicoletta Verì, finalizzato a prevenire la diffusione dei fenomeni di dipendenza dal gioco, anche se lecito, e a tutelare i cittadini dai rischi che ne derivano.

La legge punta a prevenire la diffusione della malattia da gioco, attraverso un’innovativa legislazione i cui effetti renderebbero l’Abruzzo nei prossimi anni una regione a bassa densità di sale da gioco.

“Grazie alla scelta dei 300 metri, che la maggioranza ha deciso di non portare a 500, come distanza minima e rendendo amplissimo l’elenco dei luoghi sensibili, di fatto creeremo una sovrapposizione capillare delle aree di rispetto” aggiunge Gatti. “Sul tema dell’aumento della tassazione degli esercenti siamo stati contrari alle proposte delle minoranze, in primo luogo perché abbiamo la consapevolezza che di ipertassazione si muore, e poi perchè abbiamo voluto contemperare la tutela della salute dei cittadini con il principio di pari rango costituzionale della libertà della iniziativa economica. Per questo abbiamo anche garantito le attività che hanno già investito nel settore, dando loro un adeguato tempo di transizione, per potersi adeguare alle nuove norme. Proprio ieri anche la Lombardia ha legiferato sul tema: siamo fra le prime Regioni ad affrontare il problema puntando a rendere l’Abruzzo un Regione con ampie no play zone”.

La norma varata dal Consiglio regionale definisce, infatti, le sale da gioco tutti quei locali che ospitano macchinette da gioco che danno premi in denaro e introduce, inoltre, il concetto della distanza minima di 300 metri, quale area di rispetto per l’apertura di sale da gioco, in riferimento ai luoghi sensibili individuati dalla norma: tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, inclusi gli istituti professionali e le università; tutte le strutture sanitarie ed ospedaliere, incluse quelle dedicate all’accoglienza, all’assistenza e al recupero di soggetti affetti da qualsiasi forma di dipendenza o in particolari condizioni di disagio sociale o che, comunque, fanno parte di categorie protette; i centri di aggregazione di giovani, inclusi gli impianti sportivi; le caserme militari; i centri di aggregazione di anziani; tutti i luoghi di culto; i cimiteri e le camere mortuarie. La norma garantisce al contempo anche le attività economiche che si trovassero nell’area di distanza minima garantendo loro un tempo di transizione di 5 anni per la dismissione delle macchinette da gioco.