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I disabili sul piede di guerra: blocchiamo la Regione Abruzzo. Pronti catene e sciopero della fame

Pescara. Catene e digiuno per bloccare i lavori del consiglio regionale: sono i disabili abruzzesi a minacciare l’occupazione della Regione contro i tagli ai fondi anti-barriere e per la riabilitazione. Abruzzo pecora nera d’Italia.

Maglie da carcerati e un muro fatto di mattoni. I disabili abruzzesi si sentono in gabbia e murati vivi, circondati da un’infinità di barriere architettoniche che, mentre le città crescono, non accennano a scomparire. Tutto a causa della burocrazia della Regione Abruzzo, simboleggiata da un pupazzo di Pinocchio, che dal 2008 tiene ferma la normativa che impone agli enti pubblici il rispetto delle leggi per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Questi gli elementi che hanno tratteggiato la conferenza stampa dell’associazione Carrozzine determinate, convocata per annunciare una manifestazione a tinte ancora più forte. Martedì prossimo i portatori di handicap occuperanno la sala del consiglio regionale a L’Aquila, incatenandosi nell’emiciclo e dando inizio allo sciopero della fame e della sete. Una mobilitazione che promette grande richiamo e ha già raccolto le adesioni di diversi politici, tra cui l’assessore regionale Angelo Di Paolo, il deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca e quella del Pd Vittoria D’Incecco, i sindaci di Montesilvano, Caramanico e Gessopalena, i consiglieri regionali del Pd Marinella Sclocco e Claudio Ruffini, il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, l’assessore provinciale di Pescara Walter Cozzi, l’assessore comunale di Montesilvano Enea D’Alonzo, il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci.

“Troppe le promesse non mantenute”, ha detto Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione, “da una Regione bugiarda: è arrivato il momento di dirlo con chiarezza e concretezza”. Un grido lanciato dietro una pila di mattoni issata sulla scrivania, dietro la quale chi è costretto sulla sedia rimane nascosto, ma sono altri quelli che dovrebbero celare il proprio volto: “Questi mattoni”, ha proseguito Ferrante, “rappresentano la vergogna della Regione Abruzzo, unica in Italia ad aver eliminato i fondi per abbattere le barriere architettoniche. E’ gravissimo: significa tenere le persone sono prigioniere in casa”. Unica in Italia, la regione abruzzese, con un provvedimento retroattivo al 2007, la Regione Abruzzo, ha infatti annullato i fondi dalla Legge 13 del 9 gennaio 1989: “Così, sottolinea il presidente di Carrozzine determinate, “migliaia di persone residenti in tutti i comuni abruzzesi, affetti da cecità, sordomutismo, paraplegia, distrofia muscolare, Sla, sclerosi multipla e tetraparesi non hanno percepito e non percepiranno, ad esempio, dei contributi necessari per entare o uscire dalle proprie case o per usufruire di servizi igienici a portata di handicap”.

Altra, pesante, pecca che riveste l’Abruzzo del vello di lana nera sono i tagli alla riabilitazione: “Non e’ mai stata riunita dal 1995 la Consulta regionale sull’handicap”, denuncia ancora Ferrante, “e la legge sulla vita indipendente è stata approvata ma non finanziata: hanno solo fatto campagna elettorale sui disabili”. A fiancheggiare la battaglia sono state già presentate da Vacca e D’Incecco due interrogazioni parlamentari, ma la battaglia andrà avanti fino in fondo: “Il 17 settembre saremo quindi a L’Aquila e bloccheremo il consiglio regionale, perché”, ha concluso Claudio Ferrante, “la politica non puà andare avanti se prima non fornisce risposte concrete. Altrimenti devono andare tutti a casa”.