Pescara. L’assessore regionale alle Politiche Agricole, Mauro Febbo ha scritto una lettera al Ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo e al presidente della Conferenza Stato – Regioni, Vasco Errani, per sollevare un’importante questione che riguarda gli aiuti in regime de minimis nel settore agricolo e chiedere un intervento che sarebbe fondamentale per il futuro di numerose aziende.
Aiuti che, come da disposizioni, scadranno il 31 dicembre 2013 e a tale data quindi verrebbe meno la base giuridica per la concessione delle agevolazioni sul credito agrario per l’anno 2014.
“Mentre è in discussione una bozza di regolamento – scrive l’assessore Febbo – la proroga delle disposizioni, nell’attuale momento di crisi economica e di riduzione delle concessioni creditizie, credo sia fondamentale per poter dare certezza al più presto alle nostre imprese agricole. Dai dati in nostro possesso si tratta di un’agevolazione che, nella regione Abruzzo, interessa oltre 1.000 aziende agricole e che movimenta oltre 70 milioni di euro. Nella bozza, datata 5 agosto, sembrerebbe però che il regolamento non si applichi agli aiuti concessi alle imprese operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli con la conseguenza che per queste imprese (come cantine sociali, cooperative e organizzazioni di produttori ortofrutticole), si debba attendere l’emanazione di un altro nuovo regolamento, con il rischio che non si riesca ad approvarlo in tempi certi e immediati. Tra l’altro il ricorso al regime de minimis per il settore agricolo è particolarmente vincolante, in quanto limitato al massimale di soli 7.500 euro in tre anni e che peraltro va rispettato cumulando tutti gli eventuali aiuti de minimis percepiti da ciascuna impresa agricola. Tale soglia è largamente insufficiente a garantire una dimensione “critica” dell’intervento e delle policy che rischiano di tramutarsi in misure non incisive con erogazioni polverizzate di limitato impatto sulla competitività delle imprese. Per l’assessore Febbo quindi è auspicabile che la cifra concedibile in regime de minimis alle aziende della produzione primaria, sia elevata dagli attuali 7.500 euro ad almeno 50.000 euro, per ridurre il dislivello rispetto alle imprese degli altri settori. Sarebbe un intervento analogo a quello deciso qualche anno fa in occasione della crisi economico-finanziaria quando furono raddoppiati i massimali del premio de minimis per tutte le attività produttive. Chiaramente, questo tipo di modifica richiede un notevole sforzo dal punto di vista negoziale nell’intento di cercare alleanze con altri Stati membri. Al tempo stesso però si tratta di un’azione necessaria per le imprese agricole che può rafforzare anche l’azione del Governo, contribuendo all’efficacia e all’efficienza della produzione normativa nazionale di questa legislatura in campo agricolo”.