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Elezioni Regionali in Abruzzo, D’Alessandro: ecco perché non si vota a maggio

L’emendamento votato ieri dalla maggioranza di centrodestra, con il sostegno di Centro Democratico e Sel, ha scatenato una vera e propria bufera politica. Un emendamento che, applicando il comma 2 dell’articolo 7 del Decreto Legge del 6 luglio 2011 n.98 Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, convertito in legge il 15 luglio 2011 n.111, farebbe scivolare le elezioni regionali a maggio.

Il Capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro interviene sulla polemica della data del voto, affermando che “Chiodi non può convocare le elezioni a maggio”. Il consigliere si rivolge dapprima a Nazario Pagano: “prima all’avvocato e poi al Presidente del Consiglio regionale. Nella sua prima qualità di legale  Pagano dovrebbe sapere che Chiodi non può in modo alcuno fissare la data delle elezioni a maggio per due motivi,  pena ricorsi al TAR ed annullamento dell’atto: 1) la norma approvata in consiglio è inutile, una finzione, perché  il termine massimo di marzo è fissato nello statuto ed una norma ordinaria non può derogare a quanto fissato da una norma di rango statutario (semplice principio della gerarchia della fonti non sovvertibile da un parere di qualunque Avvocatura e né dai desiderata di Pagano); 2) l’avvocato Pagano sa o dovrebbe sapere che nei sei mesi conclusivi il mandato, così come previsto dallo Statuto, non è possibile approvare alcuna norma in materia elettorale, principio previsto proprio per evitare sveltine”.
Dopo il chiarimento con Pagano, D’Alessanro lancia l’appello al Presidente: “Chiodi non può fissare la data di maggio altrimenti vedrà annullato il provvedimento al TAR e per questo la norma approvata ieri non produce alcun effetto, chi dice il contrario, da una parte o dall’altra , lo fa solo per ergersi a paladino e non si sa di cosa. Inviti Pagano invece nella sua qualità di Presidente del Consiglio a lasciar perdere i predicozzi e ad evitare di sparlare sui meriti che né Chiodi e né la maggioranza hanno sapendo bene che sui costi della politica fu il Gruppo del PD ad auto ridursi le indennità costringendo la maggioranza balbettante al varo della legge, mentre i vitalizi vennero abrogati per effetto dell’approvazione di un mio emendamento. Sulla sanità non parliamo, la macelleria in atto, ultimo caso il taglio alla riabilitazione, fa quadrare i conti sulla pelle dei cittadini con incivili ed odiose liste di attesa e con circa 131 milioni di Euro che l’Abruzzo paga alle altre regioni per prestazioni che non riesce a garantire. Quando si voterà – conclude il capogruppo Pd – Pagono si renderà conto che il mondo reale è molto diverso dal contenuto del suo comunicato stampa”.

Il gruppo regionale del Partito Democratico dovrebbe continuare a spingere per votare nel mese di marzo (entro i limiti imposti dallo statuto) ed evitando i mesi più nevosi come invece avvenne nella scorsa tornata elettorale.