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WWF e Legambiente dicono no alla riperimetrazione del Parco Sirente Velino

L’Aquila. WWF e Legambiente, dopo Rifondazione ed altre associazioni animaliste, esprimono netta contrarietà alla proposta di Legge Regionale del consigliere Pdl Ricciuti che vorrebbe “riperimetrare” il Parco regionale Sirente Velino, cioè “sottrarre alla tutela una parte fondamentale dell’area protetta. La proposta, con oggetto Revisione dei confini e delimitazione zone, approderà in aula martedì 30 luglio prossimo. L’auspicio è che tutti i consiglieri, di ogni parte politica, la respingano in nome dei superiori interessi del territorio e tenendo conto della volontà della stragrande maggioranza degli abruzzesi, che tra l’altro tra pochi mesi saranno chiamati alle urne per rinnovare proprio il consiglio regionale. Il Parco Regionale Sirente-Velino è stato istituito nel 1998 con la legge regionale n. 34, ma da quel momento non ha avuto tregua: la legge regionale n. 226/1998 tagliò circa 9.000 ettari dell’area protetta e altri rilevanti tagli sono stati apportati dalla legge n. 126/2000 e da ultimo dalla legge n. 42/2011.

Dante Caserta, Presidente del WWF Italia, spiega: “L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici  molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Coornata”.

Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo, aggiunge: “Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente “rubare” al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio quegli spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano”.

Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Stefano Raimondi, dell’Ufficio Aree Protette di Legambiente, “particolarmente gravi sono le intenzioni della proposta in un momento storico cruciale nel quale, la sinergia tra i parchi dell’Appennino centrale, fra cui il Sirente Velino che è tra i partner del progetto Life Coornata, vede portare a casa importanti risultati nell’ambito della conservazione della natura come la fondazione, avvenuta pochi giorni fa, della quinta colonia di camoscio appenninico proprio nel Parco Regionale sta a dimostrare”.

Per Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, “è inquietante pensare che un Parco, oggi in prima fila nella gestione faunistica e protagonista di importanti risultati, debba essere oggetto di simili proposte avanzate senza tenere nel minimo conto le peculiarità di un territorio che fa della biodiversità in esso custodita un importante punto di forza, che rischierebbe invece di essere fortemente sminuito dalla riperimetrazione proposta”.

Come già espresso formalmente, il presidente del Parco regionale Sirente Velino Simone Angelosante ha ribadito che “l’eventuale nuova perimetrazione del Parco potrebbe escludere dall’area protetta zone di importante valore ambientale, inserite in diverse azioni europee di tutela della biodiversità come il protocollo Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM)”.

WWF e Legambiente chiedono ai consiglieri regionali di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe “soltanto appetiti speculativi, in zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione anche il Ministero e la Commissione europea”.