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Grido di allarme delle Province: senza fondi dal Governo a rischio apertura scuole superiori a settembre

Chieti. “A causa dei spaventosi tagli ai trasferimenti da parte del Governo centrale non riusciremo a chiudere i bilanci e, quindi, a svolgere con diligenza le funzioni attribuite alle Province: ad oggi confermiamo che è concreto il rischio di non riaprire le scuole superiori a settembre e di non spalare la neve lungo le strade provinciali abruzzesi”.

Così il presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi nonché presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, a conclusione di un incontro che si è tenuto oggi a Chieti con i presidenti della  Province d’Abruzzo, nel corso del quale sono stati affrontati temi delicati quali, tra gli altri, la difficoltà di approvare i bilanci per la mancanza di risorse da destinare a settori nevralgici come l’edilizia scolastica e il piano neve.
“E’ di qualche giorno fa la notizia – prosegue il presidente Di Giuseppantonio – che il Tar Liguria ha accolto il ricorso presentato dalla Provincia di Genova contro il Decreto Ministeriale 25 ottobre 2012 sulla riduzione delle risorse alle Province, in linea con il precedente Decreto sulla cosiddetta spending review, giudicando ‘illegittimi’ i tagli imposti. Evidentemente non parliamo senza cognizione di causa, se portiamo avanti le nostre ragioni di amministratori di Province non lo facciamo per semplice dovere, ma per rispetto dell’Abruzzo e dei cittadini abruzzesi, costretti a transitare lungo strade in alcuni casi ridotte a colabrodo e a frequentare scuole ai limiti delle norme di sicurezza. Noi, ad oggi, non abbiamo fondi a sufficienza per rispondere alle primarie esigenze dei cittadini – ricorda il presidente Di Giuseppantonio – e quando si è trattato dare un contributo diretto noi amministratori non ci siamo tirati indietro, anche con la riduzione delle già basse indennità come nel caso della Provincia di Chieti. Le Province svolgono funzioni tutt’altro che marginali, pertanto tutte le forze politiche e tutti i soggetti impegnati nella cosa pubblica devono necessariamente sentirsi parte di un problema che non è delle Province, ma delle comunità: si tratta di una questione di civiltà, è evidente che così vengono lesi i diritti dei cittadini. Rivolgiamo quindi l’ennesimo appello, e questa volta auspichiamo venga preso in seria considerazione, ai parlamentari abruzzesi affinché entrino nel merito della situazione e intervengano, per quanto nelle proprie competenze, per mettere la parola fine a quello che secondo noi è un vero e proprio scippo ai danni dei cittadini. Di questo – conclude il presidente Di Giuseppantonio – ne parleremo con i Prefetti dell’Abruzzo che incontreremo nelle prossime settimane per valutare concretamente il da farsi e prendere una decisione chiara a seconda di quelli che saranno gli sviluppi”.