“In realtà”, spiega l’Arta, “i commenti al dossier del Ministero hanno “bollato” negativamente il litorale abruzzese perché non si è tenuto conto che i controlli effettuati da ARTA, secondo il programma di monitoraggio stabilito dalla Regione, hanno interessato anche le zone con divieti di balneazione ‘temporanei’ per motivi igienico-sanitari, situate in genere nei pressi delle foci dei fiumi. Alcune regioni italiane, invece, non hanno inserito tali punti nel proprio calendario di controlli, limitando il monitoraggio alle zone storicamente balneabili. Il criterio adottato in Abruzzo, se da una parte ha prodotto una fotografia senza dubbio più attendibile dell’esistente, ha determinato inevitabilmente una valutazione finale a svantaggio del mare abruzzese perché il confronto con altre regioni italiane è stato effettuato tenendo conto di dati non omogenei. Se avessimo utilizzato lo stesso criterio di altre regioni, anche la situazione dell’Abruzzo nel 2012 sarebbe risultata nettamente migliore”. E cioè: su 125,6 chilometri di costa, 8,1 sono quelli interdetti permanentemente alla balneazione, 3,2 quelli temporaneamente non balneabili per motivi igienico-sanitari e ben 97,4 chilometri totali di costa balneabili. “Le motivazioni che hanno spinto la nostra regione a non eliminare dal monitoraggio i tratti di costa con divieto temporaneo per motivi igienico-sanitario” spiega ancora l’Arta “sono legate all’esigenza dei Comuni costieri di tenere sotto costante controllo l’inquinamento di tali aree, spesso caratterizzate dalla presenza di strutture ricettive ad ampia valenza turistica, e alla possibilità di verificare l’efficienza delle misure di risanamento locale intraprese per tentare il recupero della balneabilità nei tratti di costa temporaneamente interdetti. Negli ultimi anni in effetti sono stati recuperati circa 2 chilometri di costa balneabile e non sono pochi i casi in cui le zone di divieto temporaneo di anno in anno cambiano, sia in positivo che in negativo, in punti diversi della costa abruzzese”. Il mare abruzzese, dunque, non è affatto malato. Certo, ci sono sempre le eccezioni e e anomalie, determinate da casi di inquinamento occasionale o temporaneo.
COSTANTINI CHIEDE L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA