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Sempre peggio i fiumi abruzzesi: 1 su 10 è pessimo-IL DOSSIER

Un fiume abruzzese su dieci è classificato di pessima qualità dai dati Arta. Il Wwf si appella all’Europa e presenta un esposto alla magistratura.

Presentato oggi dal Wwf il “Dossier fiumi 2013: in Abruzzo sempre peggio” (CLICCA E SCARICA) in cui emerge che i fiumi abruzzesi fanno un ulteriore passo verso il disastro allontanandosi dagli obiettivi di qualità fissati dalla Commissione Europea nel 2000 con la Direttiva 60/2000/CE “acque”. Un report, basato su elaborazioni svolte sugli ultimi dati recentemente resi disponibili dall’Arta, relativi alla campagna di monitoraggio 2011, riferisce quanto monitorato fin dal 2004 da oltre 100 stazioni poste lungo i corsi d’acqua, classificando i tratti fluviali in 5 classi di qualità: pessimo; scadente; sufficiente; buono ed elevato.

L’obiettivo di raggiungere lo stato “BUONO” entro il 2015 imposto dalla Direttiva Acque 60/2000/CE si sta allontanando sempre di più, visto che il trend è in peggioramento. Ormai il 68% delle stazioni di campionamento non è nella classe “BUONO” in quanto rientrati nel 2011 nelle classi “pessimo”, “scadente” o “sufficiente”. Tra l’altro anche il precedente obiettivo che bisognava raggiungere entro il 2008 (far rientrare i fiumi nella classe “sufficiente”) non è colto con oltre il 35% dei punti di campionamento al di sotto della classe “sufficiente” (quindi pessimo o scadente). Rispetto al 2009, prendendo in esame le 88 stazioni che sono state campionate in entrambi gli anni, il 38% è stato declassato mentre solo il 4% ha visto migliorare la categoria di qualità, in palese contrasto con le norme comunitarie che impongono almeno di non peggiorare. Nel 2011 l’Abruzzo vede aumentare in modo vertiginoso i casi classificati nella categoria peggiore sulle 5 possibili. Infatti, ben il 10% (12 su 118) delle stazioni monitorate nel 2011 è risultato nella classe “pessimo”. Nel 2009 erano 3 e nel 2008 solo 1! Questi i 9 corsi d’acqua classificati nello stato di qualità ecologico “PESSIMO”: in Provincia di Teramo il Calvano, il Cerrano, il Piomba e il Vibrata (medio e basso corso); in provincia di Chieti il Feltrino (due stazioni) e l’Arielli; in provincia di L’Aquila il Turano (due stazioni), l’Imele e il Fosso La Raffia. Tra il 2009 e il 2011 i due principali fiumi abruzzesi, il Sangro e l’Aterno-Pescara, hanno visto peggiorare la loro qualità, il primo da “buono” a “sufficiente” e “scadente” (significativamente il tratto che scorre nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise!) e il secondo da “sufficiente” a “scadente” (tranne una sola stazione nella classe “sufficiente”). Nel dossier si evidenzia che questa situazione colpisce anche ben 16 aree di elevato valore naturalistico incluse nella Rete Natura2000 (Siti di Interesse Comunitario, SIC e ZPS, Zone di protezione Speciale), tra cui i grandi parchi della regione.

Osservando la situazione provincia per provincia si scopre che quella di L’Aquila presenta la percentuale maggiore di non conformità rispetto agli obiettivi del 2015 (il 75%), seguita dalla provincia di Chieti con il 74%, da quella di Pescara con il 63% e da quella di Teramo con il 58% Quest’ultima, però, è quella che ha peggiorato di più rispetto al 2009, con il 57% delle stazioni declassate (Chieti il 39%, L’Aquila il 32% e Pescara il 18%). La qualità dei fiumi ha un impatto impressionante sull’economia turistica della regione. L’Abruzzo secondo il Rapporto 2013 sulle acque di balneazione del Ministero della Salute è la regione italiana con maggiori criticità. La stragrande maggioranza delle foci fluviali ha presentato superamenti per i parametri di legge. Si tratta dei seguenti corsi d’acqua: F.so S. Lorenzo a Francavilla, Lebba, Sangro, Pescara, Feltrino, Cintioni, Peticcio, Arielli, Foro, Concio, Foggetta, Calvano, Vomano, Tordino, Borsacchio, Salinello, Vallelunga, Feltrino.

In considerazione della gravissima situazione riscontrata il WWF ha deciso di chiedere un intervento alla Commissione Europea affinché persegua l’Italia per la situazione dei fiumi abruzzesi e la mancanza di un’adeguata gestione della depurazione nonché di una corretta gestione delle procedure connesse al rilascio delle concessioni di derivazione delle acque. Inoltre, dopo aver inviato già un esposto sulla situazione economica-finanziaria delle aziende di gestione delle acque a tutte le procure, verrà inviato alla Magistratura un esposto specifico allegando il presente dossier affinché si valutino le eventuali responsabilità delle diverse situazioni specifiche.