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Questure in difficoltà per mancanza di risorse: il Coisp chiede l’intervento dei parlamentari abruzzesi

“In questo periodo, le questure abruzzesi, rette tra mille difficoltà dagli stessi responsabili, sono al collasso per mancanza di strutture, di strumenti e di risorse umane. Un effetto domino che si ripercuote a cascata sull’intera cittadinanza”.

A sostenerlo é Alessandro Rosito, Segretario Generale Regionale Coisp Polizia, secomdo cui è chiaro che “meno uomini, meno auto funzionanti, risorse economiche scarse, nessun investimento, vuole dire meno sicurezza per tutti”. “La mole esagerata di tasse, il blocco stipendiale, la mancanza di un contratto e gli straordinari pagati con ritardi assurdi, contribuiscono a creare una situazione ormai insostenibile” aggiunge Rosito. “Ora basta. Chiedo a tutti i Parlamentari Abruzzesi di aprire un tavolo regionale di confronto, anche con le rappresentanze sindacali. Di adoperarsi presso il Ministero dell’Interno, affinché abbia una maggiore attenzione agli  uffici di polizia della Regione e per la risoluzione delle problematiche di cui sopra; affinché si adoperino protocolli operativi, che dettino linee guida semplici ed adattabili a qualsiasi intervento, nelle quali sia esposto come operare, quali azioni compiere, in quale ordine di priorità ed importanza, cosa fare e non fare; affinché si adottino strumenti di coazione fisica aggiornati alle mutate esigenze operative. Tutti i paesi europei e la quasi totalità delle Forze di Polizia civili del mondo, adottano strumenti che permettono di limitare il contatto fisico per vincere una violenza o resistenza, soprattutto in ambito urbano dove l’uso delle armi da fuoco può porre a serio rischio l’incolumità dei cittadini. Spray urticanti a getto balistico e Taser sono tra quelli comunemente adottati, unitamente a telecamere installate nei veicoli, per tutelare gli Operatori da improvvide ricostruzioni dei fatti; affinché vengano introdotte norme di tutela giuridica che restituiscano dignità e serenità operativa alle Forze dell’Ordine, sempre più spesso ‘bersaglio’ della negazione di diritti riconosciuti a tutti gli altri cittadini, con evidenti storture le quali stanno portando all’affievolimento dei diritti dei cittadini in divisa”.