I due decreti, a firma del commissario ad acta Gianni Chiodi, erano stati impugnati dalle cliniche private davanti al Tar che ne aveva sospeso gli effetti.
“Ancora una volta” commenta Chiodi “il Consiglio di Stato ci da’ ragione, a prova che i nostri provvedimenti mirano a mantenere l’efficacia e l’efficienza del nostro Sistema sanitario regionale nel rispetto della normativa nazionale, e nella garanzia dell’erogazione di prestazioni essenziali per la tutela del diritto alla salute”.
Con il decreto 25/2012, il Commissario ad Acta procede, secondo i criteri definiti con deliberazione commissariale n. 45/2010 con cui aveva determinato l’effettivo fabbisogno regionale delle prestazioni sanitarie ospedaliere, attraverso l’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliera (S.D.O.) dei ricoveri ordinari e di Day Hospital della popolazione residente, alla rimodulazione dei posti letto afferenti alle case di cura private, provvisoriamente accreditate insistenti sul territorio regionale. Tale rimodulazione si conforma ai contenuti dell’odierno Patto Per la Salute 2010-2012 secondo cui “le Regioni si impegnano ad adottare provvedimenti di riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale non superiore al 4 per mille comprensivo dello 0,7 per mille per la riabilitazione e la lungodegenza post acuzie”. Con il decreto 39/2012, il Commissario ad Acta, ridefinisce i tetti di spesa per il 2012 per l’ospedalità, conseguenza dell’applicazione delle decisioni del Governo sulla “revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”. In entrambi i casi il Tar aveva sospeso gli effetti dei provvedimenti ma le sentenze sono state ribaltate dal Consiglio di stato.