Tutela dell’acqua potabile, il Forum H20 svela le carte sul rischio inquinamento FOTO

“La Carta delle aree di salvaguardia per l’acqua potabile e per la ricarica delle falde, attesa dal 2006, esiste e, se adottata senza ulteriori ritardi dalla Regione con i relativi vincoli d’uso del territorio, dalle cave alle industrie insalubri, dalle attività del Laboratorio di Fisica del Gran Sasso alla megacava in progetto a Popoli a pochissima distanza dalle Sorgenti del Pescara, segnerà un punto di svolta per la tutela delle aree strategiche per questo bene fondamentale per la vita”. A dirlo il Forum H2o, per la salvaguardia dell’acqua potabile.

“Si tratta di un passaggio fondamentale per avere uno strumento indispensabile per la corretta gestione dell’acqua. Sono state individuate vaste aree della regione, a conferma della strategicità dell’Abruzzo per la salvaguardia dell’acqua in Italia. Il concetto alla base della legge e dello studio conseguente è semplice: non bisogna insediare sopra queste aree strategiche centri di pericolo che possono inquinare direttamente la falda, delocalizzando (o mettendo in sicurezza a seconda delle categorie fi attività) quelli esistenti. L’Abruzzo è inadempiente da ben 12 anni, come abbiamo più volte denunciato”.

E ancora: “L’esistenza della cartografia e dei relativi studi presso la regione d’altro lato è emersa solo grazie ad un accesso agli atti avviato a novembre dalla Stazione Ornitologica Abruzzese, nel contesto dell’operazione trasparenza lanciata per le vertenze per la tutela dell’acquifero del Gran Sasso e delle Sorgenti del Pescara, posti a rischio, rispettivamente, da alcuni esperimenti dei Laboratori (LVD e Borexino) e da un progetto di megacava di ben 20 ettari che dovrebbe operare fino al 2042 a soli 800 metri a monte di queste sorgenti da cui sgorgano ben 7.000 litri al secondo di acqua purissima – prosegue l’associazione – Secondo i dati 2010 riportati nello studio il consumo idrico complessivo in Abruzzo è di circa 247 milioni di Mc all’anno,  cioè una portata media di 7.845 l/s.  Durante la stagione estiva si registra un aumento di popolazione per cui è necessaria una portata maggiore per rifornire gli acquedotti che è pari a 12.452 l/s, con  un incremento rispetto ai valori medi annui del 61%. In Abruzzo sono state considerate nello studio 671 sorgenti; per 493 sono disponibili dati di portata (73%). Poi ci sono 154 pozzi (per l’idropotabile; pozzi per altri scopi sono decine di migliaia). Avere disponibilità di risorse di qualità è vitale, per questo riteniamo folle, ad esempio, mettere a rischio le Sorgenti del Pescara che da sole, con 7.000 litri/secondo, potrebbero potenzialmente dissetare tutto l’Abruzzo. Al momento dello studio (2015-2016) nelle aree di salvaguardia individuate sono stati censiti: 25 discariche con segnali di contaminazione (superamento Concentrazioni Soglia di Contaminazione), 5 discariche ancora da monitorare, altre 67 discariche, 3 siti contaminati di altro genere, 6 siti industriali attivi, 2 stabilimenti a rischio di incidente rilevante (tra cui i Laboratori del Gran Sasso)“.

“La realizzazione di nuove attività estrattive, impianti per rifiuti, stoccaggi di sostanze pericolose dovrà essere vietata in queste aree, con altre limitazioni d’uso che riguardano i settori più disparati per quanto riguarda le iniziative che possono danneggiare la risorsa idrica. Situazioni già esistenti o dovranno essere delocalizzate o messe in sicurezza, a seconda delle categorie di attività. Giusto per dare un’idea della rilevanza dello studio per le politiche abruzzesi, la zona di rispetto attorno alla captazione localizzata presso i laboratori del Gran Sasso invece degli ormai famigerati 200 metri dovrebbe essere, secondo gli elaborati di chilometri, come d’altro lato, inascoltati, avevamo largamente previsto. Per arrivare a quella conclusione bastava tener conto della dimensione strategica di questo patrimonio che disseta 700.000 persone, della elevata vulnerabilità a causa del contesto geologico e, infine, dalla presenza di centri di pericolo. Pertanto i divieti di stoccaggio di sostanze pericolose devono valere su aree molto più vaste se si vuole risolvere veramente il problema della sicurezza di questo acquifero. Lo avevamo detto al vicepresidente Lolli da subito ma si è preferito continuare a citare i 200 metri stabiliti in via generica a livello nazionale continuando a far finta che non esistessero queste conoscenze a livello locale e gli obblighi di perimetrazione sito-specifica da parte delle regioni”.

E concludono: “I rappresentanti del Forum H2O e della SOA chiedono ora che vi sia l’immediata adozione di provvedimenti di tutela come norme di salvaguardia transitorie in attesa dell’approvazione definitiva degli elaboratia seguito di un percorso pubblico che deve essere rapido. Al massimo 3-4 mesi, visto il mostruoso ritardo accumulato e considerato che i cambiamenti climatici in atto richiedono scelte chiare e forti per la salvaguardia dell’acqua. Si parta allontanando le 2.300 tonnellate di sostanze pericolose ai Laboratori di Fisica Nucleare e bocciando la megacava alle Sorgenti del Pescara attualmente in V.I.A.”.

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