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Il dramma delle morti bianche: l’Abruzzo guida la classifica nazionale

Venticinque morti sul lavoro nel 2012 e 70 decessi negli ultimi tre anni. Sono i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro di Vega Engineering relativi all’Abruzzo, aggiornati al 31 ottobre 2012, illustrati questa mattina dal segretario della Cgil di Pescara Paolo Castellucci.

La statistica elaborata da Vega assegna all’Abruzzo un triste primato collocandola al primo posto della classifica nazionale dei casi di morte sul lavoro in base all’indice di incidenza sugli occupati.

Nel biennio 2010 – 2011 l’Abruzzo era posizionata al terzo posto con 45 casi. In particolare nel 2010 si contano 19 morti, 26 nel 2011 e 25 nel 2012. Relativamente ai dati del 2012, otto casi riguardano la provincia di Pescara e altrettanti a Chieti, cinque quella di Teramo, quattro l’Aquila. I casi di morte per lavoro collocano Pescara al quinto posto, Chieti al settimo,Teramo al diciassettesimo e l’Aquila al ventisettesimo.

Sul fronte del Pil, l’Abruzzo registra nel 2012 un meno 2,9 per cento. Relativamente all’andamento congiunturale e tendenziale riferito al terzo trimestre del 2012 nell’occupazione su registra un meno 2,7, mentre sul fronte degli ordini esterni ed interni si registra rispettivamente un meno 2,3 e un meno 3,7.

I dati dell’occupazione riferiti alle province abruzzesi assegnano a Pescara un meno 3,3, a Chieti e Teramo un meno 2,6 e meno 2,5 a L’Aquila. La previsione a sei mesi relativa all’occupazione a livello regionale registra un meno 17,4. Infine sul fronte degli ammortizzatori sociali relativi al periodo gennaio- ottobre 2012 nella Provincia Pescara c’è un aumento delle ore di cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2011 del 10,4 per cento.

“In tre anni” ha commentato Castellucci “l’Abruzzo conta 70 morti lavoro e questo avviene nel momento in cui c’è una fortissima riduzione dell’occupazione. E’ necessario fare meno propaganda sul risanamento finanziario e sulla virtuosità dell’Abruzzo” ha aggiunto rivolgendosi alla Regione “perchè queste cose si valutano anche sulla base delle condizioni del lavoro e della vita delle persone. Queste condizioni sono peggiorate e i dati dell’Osservatorio Vega richiedono una riflessione forte a livello regionale e un piano straordinario vero che metta in campo risorse aggiuntive per un cambiamento radicale della qualità del lavoro nella nostra regione”.