E’ ancora in sofferenza il nostro sistema industriale. Non si fermano le crisi, temporanee e strutturali, cresce la cassa integrazione straordinaria, crescono i contratti di solidarietà.
E’ l’Osservatorio Inps della cassa integrazione che rivela la tendenza anomala della nostra Regione: il ricorso alla cig, nei primi 10 mesi del 2017, è in calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Ma quella che sembra una buona notizia, in effetti, non lo è. Il nostro è il terzo peggior risultato in Italia ! (Solo Puglia e Basilicata stanno peggio di noi). In tutto il paese, infatti, il ricorso agli ammortizzatori sociali nel corso del 2017 è praticamente crollato (-40%).
“Evidentemente l’ottavo sistema manifatturiero italiano non è ancora in grado di agganciare la strada della ripresa, sulla quale sembra invece avviarsi l’economia nazionale – dichiara Leo Malandra segretario generale Cisl. E’ troppo frammentato, con migliaia di micro imprese, con pochissimi addetti. Ma è un sistema importante, inserito nella seconda economia industriale europea, trainato dalle migliaia di aziende di Chieti (oggi la più colpita) e Teramo. “
Eppure una piccola ripresa è in atto. Lo segnala anche Bankitalia, che nota il miglior andamento delle medie e grandi imprese con vocazione all’export e registra anche la buona salute di tante aziende medie e piccole, che incominciano a beneficiare della ripresa dei consumi interni.
Nascono nuove aziende, sono di più di quelle che cessano l’attività (425 è il saldo positivo nei primi 9 mesi dell’anno), anche se continuano a soffrire le imprese artigiane.
“Ma le crisi aziendali non si fermano. La nostra Regione è in netta controtendenza rispetto al resto del paese – continua Malandra.
Tutti gli ammortizzatori sociali aumentano. Solo la cassa integrazione ordinaria è in lieve discesa (-5%), ma si tratta di uno spostamento minimo, la media nazionale segna un – 25%.
Il dato della straordinaria è clamoroso, siamo l’unica Regione d’Italia a registrare un aumento nei primi 10 mesi dell’anno; tutte le altre scendono in media del 40%.
Anche i contratti di solidarietà salgono, fino ad arrivare ad un + 31% contro un -38% della media nazionale.
La deroga non fa più testo, è stata cancellata e non ancora sostituita dagli incerti interventi del Fondo di integrazione salariale. I dati cig forniti dall’ Inps sono quindi nettamente sottostimati, perché non registrano ancora i flussi degli assegni ordinari e degli assegni di solidarietà erogati dal FIS e dai Fondi bilaterali dell’artigianato e della somministrazione. “
In attesa dei dati Istat sull’occupazione registriamo intanto una crescita fortissima dei contratti a termine (110 mila tra gennaio e settembre) ed un lieve spostamento, positivo, del tempo indeterminato. Cresce, troppo lentamente, l’apprendistato. Il mercato del lavoro regionale è in movimento, offre più occasioni, ma non lavoro stabile, non si consolida. Non è difficile allora prevedere una caduta dell’occupazione nell’ultimo trimestre dell’anno, solitamente negativo, quando migliaia di contratti a termine andranno in scadenza.
E’ una situazione incerta, contraddittoria, che va sbloccata.
“Si tratta di mettere in moto finalmente una macchina regionale che stenta a partire. Bisogna rendere accessibile il credito alle piccole, imprese, in particolare a quelle artigiane. Vanno incentivate le start-up e le nuove iniziative imprenditoriali, soprattutto giovanili e femminili. Per attrarre nuovi investimenti è necessaria anche la Zona economica speciale (ZES). Devono subito partire gli interventi nelle aree di crisi, complessa e non complessa, favorendo insediamenti e promuovendo formazione e riqualificazione per accelerare il reimpiego di chi ha perso il lavoro.
Del resto – conclude Malandra – se è vero che le medie e grandi imprese esportatrici hanno attraversate la lunga crisi senza troppi danni, è anche vero che le piccole imprese hanno dimostrato una resistenza sorprendente. Diversi studi (l’ultimo, recente, è della CNA) mettono in luce infatti la consolidata capacità delle piccole imprese di creare valore aggiunto; in particolare di quelle fino a 50 dipendenti.
Allora, insieme alle leggi nazionali, tocca a noi accompagnare sul territorio, con interventi certi, concreti, strutturali, il cammino delle nostre imprese. E’ quello che diremo, con la forza delle nostre proposte, nei prossimi giorni alla Regione.”