Discariche da bonificare, Marcozzi: il commissariamento certifica il fallimento della Regione

La Regione Abruzzo di Luciano D’Alfonso viene commissariata per la gestione delle discariche non ancora bonificate e sotto procedura di infrazione UE.

 

Nel mirino del Governo, infatti, finiscono ancora una volta le discariche non bonificate per le quali nel 2013 la Commissione Europea aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia e che sta condannando il Paese al pagamento di pesanti sanzioni.

Un provvedimento che alimenta la polemica del M5S.

 

“Già nel 2014, prima ancora di essere eletta in Consiglio Regionale, presentammo un dettagliato studio sui siti potenzialmente inquinati con un focus dedicato alle discariche oggetto di procedura di infrazione” commenta Sara Marcozzi “nel maggio 2015 tornammo nuovamente sull’argomento con un’interpellanza in cui chiedevamo conto al Sottosegretario con delega all’ambiente, Mario Mazzocca, le modalità degli interventi, l’ordine di priorità, le modalità di smaltimento e i tempi per la bonifica delle singole discariche oggetto di infrazione.

 

In questi anni, abbiamo chiesto a più riprese un’azione rapida e risolutiva sui siti da bonificare ma la Regione di D’Alfonso non ha mai dato seguito alle numerose proposte e ha sempre tentato di accampare scuse sull’inerzia del loro operato. Oggi, il commissariamento – che arriva con notevole ritardo –  è la prova che quello che abbiamo sempre denunciato dall’opposizione era tanto fondata da preoccupare anche il Ministero dell’Ambiente, tanto da spingersi a proporre il Commissariamento. È inaccettabile l’immobilismo della politica rispetto alla persistenza delle contaminazioni che queste discariche continuano a produrre sul nostro territorio. Sia il governo D’Alfonso che il passato governo di centro-destra hanno gravi responsabilità sui ritardi che si sono susseguiti in questi anni. L’Italia e l’Abruzzo si trovano a dover pagare milioni di euro all’Europa anche per una classe politica inconsistente che dimostra ancora una volta che l’esperienza, di cui tanto si auto-incensano, è più a parole che a fatti”.

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