A prendere posizione sono la Fai Cisl, la Flai Cgil e la Uila Uil. “A Teramo, peraltro – osservano – la situazione è ancor più grave perché’ questa è la seconda tornata contrattuale senza che il Cpl venga rinnovato con le ripercussioni negative sugli addetti, in termini di tutele e di recupero del potere d’acquisto e sullo sviluppo del settore che ben si possono immaginare. Non va meglio nella provincia de L’Aquila dove, dopo mesi di discussioni che avevano condotto ad una fase avanzata del confronto, il che lasciava presagire il rinnovo del contratto prima della pausa estiva, Confagricoltura ha posto un’incomprensibile pregiudiziale in materia di orario di lavoro, non sappiamo quanto condivisa dalle altre organizzazioni datoriali, con l’obiettivo di andare a modificare in pejus questioni regolate dal Ccnl e che non sono demandate alla contrattazione di secondo livello, impedendo, di fatto, la sottoscrizione dell’accordo”.
Fai, Flai e Uila – si legge in una nota – “intendono stigmatizzare l’atteggiamento di chiusura e di scarsa disponibilità che, in Abruzzo, Coldiretti, Cia e Confagricoltura stanno manifestando rispetto alla necessità di rinnovare i contratti provinciali come se nella nostra regione vi fossero condizioni di settore talmente gravi e particolari da impedire la conclusione positiva dei negoziati. Questo atteggiamento non si è riscontrato nel resto del paese dove le proficue relazioni sindacali si sono tradotte nella sottoscrizione dei Cpl in quasi tutte le province italiane E’ questa la sensibilità che gli imprenditori abruzzesi hanno nei confronti dei loro dipendenti? È questa la considerazione che mostrano verso il fattore umano che contribuisce in maniera determinante alla competitività ed ai successi delle loro aziende? E’ questo il valore che attribuiscono alla contrattazione? Noi – affermano i sindacati – crediamo di no e, pertanto, nell’esprimere la nostra concreta volontà di costruttive relazione sindacali, chiediamo: a tutti coloro che rappresentano le forze sane nel territorio regionale di non esimersi dal compito di lavorare con responsabilità allo sviluppo del settore agricolo; agli imprenditori stessi di attivarsi presso le organizzazioni che li rappresentano affinché’ i negoziati possano aprirsi in tutte le province e concludersi rapidamente e positivamente. In caso contrario – concludono le organizzazioni di categoria – il sindacato sarà costretto ad adottare durissime forme di protesta. La ragionevolezza che sia reciproca”.