Promuovere il patrimonio culturale dell’area adriatica. Questo l’obiettivo del progetto Archeo.S – System Of the Archeological Sites of Adriatic Sea, finanziato tramite il programma di cooperazione transfrontaliero Ipa Adriatico 2007-2013.
Otto spettacoli, in tredici giorni, che coinvolgono quattro Comuni abruzzesi. Il progetto vede fra i suoi partner la Regione Abruzzo – Assessorato Direzione Sviluppo del Turismo e Politiche Culturali; il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese, il Comune di Fier (Albania); il Comune di Pazin (Croazia); il Comune di Igumenitsa (Grecia) e la Fondazione le Città del Teatro – Teatro Stabile delle Marche. Il Comune di Chieti, in particolare, in qualità di sito ospitante, il 2, 3 e 4 agosto 2012, accoglierà presso l’Anfiteatro Romano del parco archeologico “la Civitella” i seguenti spettacoli: “Maria de Buenos Aires” della Società della Musica e del Teatro Primo Riccitelli; “Thalasa…Stay Human…” del Teatro Stabile di Innovazione l’Uovo e “Il Crazy Paradis”, produzione Ente Manifestazioni Pescaresi.
“Ringrazio l’assessore De Fanis e la dirigente del settore cultura della Regione Abruzzo” ha dichiarato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio “per aver coinvolto in questo progetto l’intero territorio abruzzese, le cui dimensioni geografiche, in un contesto europeo, credo debbano indurci sempre più a riflettere in termini di sistema piuttosto che in termini individualistici. Sembrerà ovvio, ma la nostra regione e l’intera Italia deve continuare ad avere il coraggio di puntare sul sistema cultura, perché la capacità di innovazione di questo settore spesso è emulata in altri contesti del mondo e può fungere da rilancio della economia del Paese. Non dobbiamo inventarci fabbriche, le abbiamo già e sono i nostri siti culturali (teatri, reperti archeologici, musei); non dobbiamo inventare nuovi opifici perché il nostro patrimonio cultuale è immenso e aspetta solo di essere valorizzato. Proprio per questo ritengo essere una nota veramente stonata, nella nostra Italia, che molti di questi siti siano destinati all’incuria o non gli siano destinati adeguate risorse dal Governo nazionale. Ciò che auspico è che le Soprintendenze tornino a recitare il ruolo che gli spetta ovvero di conservazione e valorizzazione del patrimonio, evitando la dispersione di ciò che abbiamo ereditato di così straordinario”.