“La riorganizzazione va a danno di migliaia di cittadini soprattutto anziani e senza mezzi di trasporto autonomo e colpisce in particolare zone periferiche e piccoli centri soprattutto nelle zone collinari e pedemontane dell’Abruzzo, molte di queste tra l’altro già gravemente danneggiate dal sisma dello scorso aprile 2009”. Lo ha dichiarato Camillo D’Alessandro che annuncia una risoluzione del Pd a difesa degli uffici postali nei piccoli centri.
Ad oggi i comuni nei quali gli uffici postali sarebbero destinati a chiudere sono ubicati in tutte le province abruzzesi con i tagli più pesanti previsti all’Aquila e Teramo con una previsione per entrambe di meno 30 uffici postali.
“E’ una mazzata tremenda per le aree interne – ha precisato il consigliere Claudio Ruffini – più che un Piano di riorganizzazione questo è un Piano di smobilitazione. Poste Italiane non può tenere conto solo dei costi/ricavi del servizio sul territorio ma deve altresì assicurare una presenza capillare ed un servizio universale a tutte le popolazioni anche quelle meno numerose e da raggiungere con difficoltà. Senza servizi l’entroterra finirà per morire e gli anziani che vi rimarranno dovranno sopportare notevoli difficoltà per pagare un bollettino o ricevere la pensione a fine mese. Noi del Pd siamo per la difesa del territorio delle aree interne e lo difenderemo con ogni mezzo”.
“Stiamo informando tutti i sindaci delle aree interne di questa grave situazione – ha aggiunto Camillo D’Alessandro – ed insieme a loro porteremo avanti la battaglia per la difesa degli uffici postali minori. Queste strutture a volte sono l’unico servizio ancora rimasto nell’interno e rappresentano nell’immaginario collettivo la presenza dello Stato che c’è. Chiuderli tutti significa abbandonare intere comunità a se stesse e favorire uno spopolamento già in atto”.
I due consiglieri annunciano di aver presentato una risoluzione in Consiglio regionale in cui si chiede al Presidente Chiodi ed alla giunta di intervenire presso il Ministero competente con opportune iniziative atte a garantire il mantenimento del servizio pubblico nelle realtà locali colpite dalla chiusura degli sportelli postali.
“Abbiamo inoltre chiesto di istituire – concludo Ruffini e D’Alessandro – un tavolo permanente tra Regione, UPI, ANCI, Poste Italiane e forze sociali per monitorare la situazione e per conoscere quali siano le reali intenzioni dell’azienda in merito al piano occupazionale”.