“La mia, ha dichiarato il nuovo presidente, “sarà una gestione collegiale nel segno della continuità. Da molti anni il Wwf svolge in Abruzzo una importante funzione in difesa dell’ambiente e quindi degli interessi generali della collettività contro le speculazioni e il malaffare, ed è questa la linea che continueremo a perseguire, con l’appoggio dei nostri sempre più numerosi soci. Il Consiglio regionale, affiancato dal consigliere nazionale Dante Caserta e dai presidenti delle strutture territoriali locali, sarà in prima linea anche nella fase propositiva. Nel momento dell’insediamento ci tengo a ringraziare chi mi ha preceduto e in particolare Camilla Crisante, che ha purtroppo scelto di lasciare la presidenza per i suoi personali impegni ma ha accettato di restare con un ruolo di vertice nel consiglio: la sua presenza sarà preziosa per dare forza alla squadra che gestirà per il prossimo triennio il Wwf in Abruzzo”.
“Per quanto riguarda la situazione dal punto di vista della tutela ambientale”, ha proseguito il neo presidente, “Abruzzo le emergenze sono tantissime, e via via le affronteremo tutte”. Le dieci più urgenti tra queste, per Di Tizio, sono i rifiuti e il lontano obiettivo del 65% di raccolta differenziata, il macro inquinamento dettato dai siti di Bussi e del Saline-Alento, “che dovrebbe essere ogni giorno il primo pensiero di chi amministra”, il micro inquinamento dei circa mille siti inquinati, il consumo del suolo e la “vecchia politica del cemento”, le “norme assurde e le logiche miopi” che ostacolano lo sviluppo delle aree protette come il Parco Regionale Velino-Sirente e la Riserva del Borsacchio, il Parco Nazionale della Costa Teatina e la mancata occasione di portarlo a conclusione, la scarsa qualità dell’aria e la mancanza reiterata di provvedimento per l’area metropolitana Chieti-Pescara, la più alta quota regionale per emissioni pro-capite di agenti inquinanti dovuti al traffico veicolare, la rete idrica colabrodo e l’immensa mole di acqua dispersa, infine il peggioramento delle condizioni dei fiumi nonostante l’Europa ha chiesto politiche di risanamento.
“Quello che manca in Abruzzo, e non da oggi, è la capacità di programmare e di operare a lungo termine. Ci si limita a rincorrere le emergenze, ma così non si riuscirà mai a migliorare la situazione per l’ambiente e per la qualità della vita degli abruzzesi. Il Wwf si batterà anche con la mia presidenza perché questo stato di cose finalmente cambi”, conclude Di Tizio.