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Abruzzo, firmato il decreto sulle misure per la pesca nella Fossa di Pomo

Pescara. Firmato il decreto ministeriale sulle misure per la pesca nella Fossa di Pomo. Si tratta di un avvallamento situato di fronte alla città di Pescara, al confine tra le acque internazionali e quelle croate.

“Un successo diplomatico nato in Abruzzo – ha commentato l’assessore regionale con delega alla Pesca, Dino Pepe – e, a tal proposito, continueremo a portare avanti le richieste delle marinerie per una definizione del sistema sanzionatorio che tenga conto delle peculiarità delle flotte e delle quantità del pescato”.

“Grazie all’iniziativa dell’Alleanza delle Cooperative Italiane-Coordinamento nazionale del Settore Pesca, – ha proseguito l’assessore regionale – presso gli uffici della Regione Abruzzo sono stati attivati tavoli istituzionali fruttuosi che hanno visto la presenza del Ministero, delle Associazioni di categoria, ma soprattutto delle Marinerie che hanno dimostrato capacità di confronto e voglia di raggiungere soluzioni concrete”.

Sono state illustrate le linee di collaborazione avviate con le Autorità e con le Marinerie croate per la redazione di una proposta condivisa per la gestione della pesca nell’areale della Fossa di Pomo, anche al fine di contrastare ipotesi di radicale inibizione del prelievo ittico ventilate da altre componenti.

L’approvazione del Decreto, come sottolineato dal Sottosegretario Giuseppe Castiglione, rappresenta la conferma di questo metodo di condivisione tra le marinerie italiane e croate, in linea con le finalità del processo di regionalizzazione previsto dalla Politica comune della Pesca europea.

“Ricordo con trepidazione – ha affermato Pepe – uno dei miei primi incontri da Assessore con Delega alla Pesca presso la Direzione Marittima di Pescara, alla presenza del Comandante Moretti che ringrazio per il fondamentale ruolo che ha avuto in questa vicenda.

Ricordo la preoccupazione e l’esasperazione delle Marinerie su una ventilata chiusura definitiva dell’areale che avreebbe messo la parola fine alle legittime aspettative di un comparto già in grave sofferenza. E invece, grazie al contributo di tutte le componenti, abbiamo raggiunto un risultato inaspettato che è il frutto, mi piace sottolinearlo, non di improvvisazione ma di impegno quotidiano, di incontri presso il Ministero, di missive continue, periodiche, puntuali e stringenti.

Continueremo con lo stesso impegno – ha continuato Pepe – sugli altri fronti aperti che necessitano una concreta soluzione. In particolare, abbiamo rappresentano alcune importanti criticità che potrebbero determinarsi ove il fermo nazionale e quello speciale per il Fondaletto fossero temporalmente consecutivi.

In tal caso, infatti, l’intera Marineria, finito il fermo nazionale, si riverserebbe in un ristretto corridoio di pesca (la fascia marina compresa tra le 6 e le 18 miglia dalla costa), con la conseguenza del sovrasfruttamento di quest’ultima e dell’abbattimento dei prezzi connesso al riversamento sul mercato delle poche specie che in essa vivono”.

Altre problematiche degne di considerazione sono la richiesta di definizione di un sistema sanzionatorio che tenga conto delle peculiarità delle flotte e delle quantità del pescato e la promozione di iniziative normative finalizzate all’applicazione della disciplina dei lavori usuranti ai marittimi imbarcati a bordo.