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Rifiuti: ‘Nessuna emergenza’. Febbo accusa i Comuni: ‘vogliono speculare’

La Regione continua a tenere alta la testa e la voce, contro chi paventa scenari catastrofici. Di fronte ai rifiuti sparsi sulle strade, l’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo ribadisce l’assenza di emergenze, ma accusa: “C’è qualcuno che vuole speculare sui rifiuti”. Intanto Pescara e Chieti continuano lo scontro, dopo l’ennesima porta teatina chiusa dal sindaco Di Primio.

Il messaggio, poco coincidente con la situazione in cui versano Comuni come Montesilvano o Penne, era stato espresso dalla Giunta durante il Consiglio regionale straordinario di ieri. Lo ribadisce a chiare lettere oggi l’assessore Mauro Febbo: “Non esiste nessuna emergenza rifiuti”. L’assessore lo ha ribadito con decisione rispondendo alle critiche lanciategli dal capogruppo Pd Camillo D’Alessandro, dopo che Febbo in aula aveva minacciato denunce penali contro gli amministratori e gli enti locali colpevoli, secondo lui, di non aver provveduto per tempo alla realizzazione degli impianti di trattamento per ricavarne profitti alimentando una finta emergenza. “E’ chiaro”, dice Febbo, “che all’emergenza causata volontariamente seguirà un esposto alla Magistratura per il danno ambientale alle comunità coinvolte. Ribadisco con decisione, ancora una volta, che non c’è un’emergenza ma c’è qualcuno che vuole speculare sui rifiuti”.

L’assessore chiama in causa i consorzi e le società incaricate della gestione e del trattamento dell’immondizia: “Questa amministrazione regionale non ha nessuna responsabilità di questa situazione e con la delibera di Giunta del 9 marzo abbiamo scongiurato l’emergenza con 53mila metri cubi di riserva. E nel caso”, accusa Febbo, “le colpe andrebbero sicuramente attribuite agli uomini del centrosinistra. Il primo è Massimo Sfamurri che è totalmente inadempiente e, con alcuni sindaci del pescarese, continua ad alimentare una finta emergenza. Il presidente di Ambiente Spa avrebbe già dovuto prendere accordi con i vertici della Deco per definire le procedure e le modalità. A oggi l’unica certezza che abbiamo è relativa al conferimento dei rifiuti nei siti di Sulmona e Cupello, come da accordo sottoscritto tra i Consorzi, che sono enti privati, in data 7 marzo 2012”. “A D’Alessandro”, rilancia l’assessore all’Agricoltura, “domando: perché Ambiente spa non ha sottoscritto con Deco? Insomma, emergenza non ci sarebbe secondo Febbo, se non quella “finta” e “costruita” dai sindaci, gli stessi a cui tocca pagare le conseguenze delle proprie malefatto: “Per quanto riguarda i maggiori costi che questa situazione determinerà, anche in questo caso sono i Comuni che devono rivedere la loro azione”, sostiene Febbo: “Alcuni amministratori comunali del pescarese, riconducibili al Pd, avrebbero dovuto pensarci prima avendone il tempo e perché sono i soci di Ambiente spa, magari accantonando qualche soldo nei loro bilanci piuttosto che utilizzarli per l’inutile partecipazione alla Bit di Milano o alle altrettanto inutili feste paesane”. “E’ chiaro”, conclude, “ che all’emergenza causata volontariamente seguirà un esposto alla Magistratura per il danno ambientale alle comunità coinvolte”.

Chieti non apre le porte: ancora fumata nera per Casoni. Ancora muro contro muro tra le amministrazioni di Pescara e Chieti, l’ennesimo vertice svoltosi stamani presso la Regione Abruzzo non ha sortito alcun effetto. La colpa, secondo l’assessore all’Ambiente di Pescara Isabella Del Trecco è della “totale chiusura del sindaco di Chieti a consentire un conferimento a Casoni, seppur temporaneo, ai Comuni della provincia di Pescara oggi in difficoltà”. Delusione, quindi, per le amministrazioni adriatiche: “Ci aspettavamo decisioni importanti dalla riunione odierna”, prosegue la Del Trecco, “e invece, ancora una volta il sindaco di Chieti ha mostrato la propria chiusura anche dinanzi alla proposta di un conferimento temporaneo dei rifiuti nell’impianto di Casoni”. “Anche l’attuazione delle riserve attivate ad hoc dalla Regione Abruzzo, senza aver prima attuato degli accordi preliminari, diventano inutili, a meno che non vengano adottate ordinanze contingibili e urgenti che la Regione non firmerà per ora”. La critica si allarga, quindi, anche nei confronti della Giunta regionale: “Il vero problema”, spiega l’assessore pescarese, “continua a essere non l’individuazione di una discarica per il sovvallo, ma il Trattamento materiale biologico, perché di impianti pubblici sul territorio regionale che hanno la capacità di garantire il trattamento dei rifiuti di tutta la provincia di Pescara non ci sono, ce n’è uno solo che è privato, e per ora, in assenza di accordi interregionali, siamo costretti a restare all’interno della regione Abruzzo”. A questo punto la città di Pescara proseguirà con il trasporto del pattume a Sulmona, continuando a valutare ipotesi alternative all’impianto di Casoni, che rimane la soluzione preferita poiché più economica per Pescara e Provincia. Un costo che Di Primio non vuol far scontare ai chietini: “Una situazione di campanilismo che non esitiamo a definire paradossale”, afferma la Del Trecco, rovesciando l’invito fatto ieri dal sindaco Albore Mascia a non instaurare un derby tra Pescara e Chieti, “mai avremmo pensato di trovarci di fronte a un muro amministrativo inaccettabile e incomprensibile”, conclude lapidaria l’assessore.

 

Daniele Galli