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Strade e scuole a pezzi: ecco perchè le province abruzzesi non hanno soldi

La società Sose (Società per Azioni costituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (88%) e dalla Banca d’Italia (12%), in base all’articolo 10, comma 12 della legge 146 dell’8/5/1998), che pure aveva avallato la sottrazione di risorse alle Province con la legge 190/2014, in base a studi di settore che dimostravano la sostenibilità dei prelievi statali, ha recentemente evidenziato con chiarezza, smentendo se stessa, come si registri, nel 2017, una carenza di risorse correnti pari a 650 milioni per le Province, utili a garantire l’esercizio delle funzioni fondamentali a fabbisogni standard.

In particolare, per le Province abruzzesi, gli introiti che lo Stato sottrae agli enti, ammontano, rispettivamente, a 8.195.579 euro per la Provincia di Pescara, 8.052.885 euro per la Provincia di Chieti, 7.199.834 euro per la Provincia di Teramo e 5.858.476 euro per la Provincia dell’Aquila.

Somme che danno l’idea del perchè strade, scuole e servizi di competenza provinciale siano disastrati e, in alcuni casi, vicini al collasso.

Eppure, vista che l’inizio dello smantellamento delle Province, anche dal punto di vista finanziario ed economico, era iniziata in previsione della loro soppressione a seguito del referendum costituzionale, poi non verificatasi, da più parti ci si è accorti della necessità di ridare forza ad un ente, costituzionalmente rilevante, che in molti territori è importante per la gestione dei servizi di area vasta. Ma i tempi della politica, purtroppo, sono spesso molto più lenti di quelli delle reali esigenze dei cittadini. E intanto le province, intese sia come Enti che come territori, agonizzano.