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Province Abruzzo: si alla riduzione, no all’abolizione

Anche le quattro Province abruzzesi sono favorevoli al disegno di legge, presentato a Parlamento e Governo, per l’istituzione delle città metropolitane, mai realizzata fino ad oggi, la riduzione del numero delle Province e delle circoscrizioni e il riordino degli uffici periferici dello Stato, con la cancellazione degli enti strumentali.

A lanciare la proposta a livello territoriale sono stati questa mattina i rappresentanti delle quattro Province, ossia i presidenti di Pescara e Chieti, Guerino Testa e Enrico Di Giuseppantonio, e i presidenti del Consiglio di L’Aquila e Teramo, Filippo Santilli e Mauro Martino.

Di Giuseppantonio ha fatto notare che “si avrebbe una riduzione delle spese pari a 5 miliardi di euro, a fronte di una riduzione delle spese pari a 25 milioni di euro prevista dalla manovra Salva Italia che di fatto non sopprime le Province ma le riorganizza. Questa proposta è innovativa e attiverebbe un processo virtuoso”.

“Si avrebbe un risparmio reale” ha aggiunto Testa “e si darebbe davvero ossigeno alle casse dello Stato”.

“Le Province” ha commentato invece Santilli “esistono perchè hanno motivo di esistere e perchè lavorano ma noi siamo pronti ad una riduzione e non siamo attaccati alle poltrone. Per lo più le modifiche proposte da Monti non riguarderebbero il nostro mandato”.

Martino, invece, ha ipotizzato che se andrà in porto la proposta sulla riduzione delle Province (sarebbero 60 in tutta Italia), “Teramo e L’Aquila sarebbero unite così come Pescara e Chieti”.

Come hanno spiegato gli stessi presidenti, la proposta di legge, rispetto ai 25 milioni di euro di risparmi previsti dall’articolo 23 del cosiddetto Decreto salva Italia, prevede una riduzione di ben 5 miliardi di euro: di tale somma 2,5 miliardi di risparmi arriverebbero dalla riorganizzazione degli Uffici pubblici statali presenti nelle singole circoscrizioni provinciali, 1,5 miliardi della cancellazione di una miriade fra consorzi, enti, società partecipate e un miliardo dalla riduzione delle Province. “Comprendiamo le difficoltà e la necessità di contribuire alla riduzione della spesa pubblica” hanno detto “questa è una proposta innovativa, che va nella direzione di aiutare il Governo del Paese, una strada lungo la quale far convergere le forze politiche e istituzionali. Il risparmio che deriva dalla cancellazione degli enti strumentali, delle agenzie, delle spa, che sono il vero costo della politica, è un risparmio immediato e tangibile, così come quello che deriva dalla riorganizzazione degli uffici pubblici. Al contrario le norme contenute nel decreto salva Italia non porteranno alcun risparmio e anzi aumenteranno la spesa pubblica gettando il territorio in una situazione di caos che potrebbe durare almeno 10 anni”.

 

Il capogruppo del Pd alla provincia di Chieti, Camillo D’Amico. “In qualità di presidente dell’U.P.A. si sta caratterizzando per un tempismo comunicativo da medaglia d’oro alle prossime olimpiadi di Londra ma, quanto a coerenza e concretezza sugli atti consequenziali, merita un non classificato. Complessivamente è un azione, politicamente e istituzionalmente, opportuna ed intelligente quella messa in campo dall’U.P.I. nel segno della riforma del ruolo delle province, che non vanno soppresse ma salvaguardate e rilanciate nelle funzioni con nuovi ambiti amministrativi mantenendo il principio dell’eleggibilità degli organi, ma, ripropongo e nuovamente sollecito il presidente Enrico Di Giuseppantonio ed il suo omologo di Pescara Guerino Testa, a poter fare subito quanto pomposamente annunciato ai media il 5 Agosto del 2011 ossia fondere gli enti partecipati che sono O.P.S. ed ALESA per Chieti e ProvinciAmbiente per Pescara. Questa sarebbe un operazione utile perché darebbe corpo all’ idea di una provincia presente e percepita dai cittadini oltre che risultare un buon viatico per procedere a soppressioni di enti ed istituzioni inutili. Nel caso della provincia di Chieti ai preesistenti 3 patti territoriali potrebbe nascere un agenzia per lo sviluppo la quale avrebbe la bontà di semplificare, aggregare e concentrare le poche risorse finanziarie disponibili pur mantenendo i necessari principi della concertazione e partecipazione delle parti sociali. Sostituendo ai puntuali e rituali proclami qualche concreta a partecipata azione politica ed istituzionale forse si potrebbero avere concreti risultati positivi anche prima di quanto questi si realizzeranno sul piano generale. Noi abbiamo idee chiare, le mettiamo a disposizione non solo per esercitare un utile funzione costruttiva alle cose immediatamente possibili e realizzabili ma anche per fare squadra ad iniziare un serrato confronto con la regione per definire compiti e funzioni più chiare e concrete di quelle correnti. Loro, alle tante parole, sono altrettanto pronti a realizzare qualche fatto?”