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Alloggi popolari: il Pd lancia la riforma dell’Ater

Pescara. Housing sociale e riforma delle Ater. Il Pd presenta un progetto di legge per snellire la macchina amministrativa e disporre di più alloggi popolari, ridefinendone anche l’assegnazione e la gestione.

Un progetto di legge che mette assieme e riunisce in un’unica riforma l’attuale normativa su Ater ed edilizia residenziale pubblica nella Regione Abruzzo:è questa in sintesi la proposta del Gruppo Consiliare del Pd Abruzzo presentata questa mattina in una conferenza stampa nel palazzo della Regione di piazza Unione. Il progetto di legge illustrato dai consiglieri Ruffini, D’Amico e Sclocco è composto di 46 articoli, strutturato su un’architettura di tre pilastri fondamentali il riordino istituzionale del sistema degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’assegnazione e la gestione degli alloggi e lo strumento dell’housing sociale. Ambizione primaria della riforma è di snellire le procedure e mettere ordine nella normativa vigente nel settore con lo specifico obiettivo di offrire ai cittadini abruzzesi una maggiore disponibilità di alloggi a canone sostenibile

Speranza allegata è quella di una sensibile riduzione dei costi e degli apparati amministrativi attraverso l’istituzione di un’unica Azienda Regionale per la Casa“si passa dalle attuali 5 governance territoriali ad 1 sola governante regionale”, spiega il consigliere Giovanni D’Amico. Il Cda dell’Azienda verrebbe composto da tre membri, di cui due nominati dalla Giunta ed uno dal Consiglio regionale, mentre il Presidente è nominato all’interno del Cda, cosi come l’unico direttore previsto; presso le 5 unità operative, invece, opera una struttura con al vertice un solo dirigente. Lo snellimento amministrativo viene accompagnato dallo spirito di trasparenza: unico anche il revisore dei conti ed è nominato, secondo il progetto di legge,  dal Consiglio regionale mediante sorteggio pubblico tra gli iscritti nell’elenco regionale dei componenti gli organi di controllo.

 

“Aumenterà inoltre la sussidiarietà tra gli Enti in favore dei Comuni, aumentando il protagonismo dei territori attraverso le nuove competenze assegnate ai Sindaci”, dice ancora D’Amico. Il progetto, infatti, prevede maggiori poteri al territorio, ai Comuni ed ai Sindaci attraverso una conferenza provinciale dei Sindaci per esprime pareri obbligatori ma non vincolanti sull’attività dell’A.R.Ca. e l’emissione da parte dei Comuni almeno ogni tre anni del bando di concorso per accedere agli alloggi popolari (qualora non avvenisse interverrebbe la Giunta regionale). Anche la commissione per le graduatorie, scelta dai sindaci, prevede la nomina dai Comuni o dall’Unione dei Comuni. L’assegnazione delle abitazioni, infine, viene comunicata dallo stesso sindaco agli aventi diritto con lettera raccomandata, fissando il giorno per la scelta dell’alloggio, presso il cantiere o presso il Comune di competenza.

 

Innovativa l’idea di edilizia abitativa sostenibile lanciata dalla proposta del Pd, che definisce l’housing sociale come uno strumento finanziario più vicino ai cittadini. Si tratta, in pratica, di rendere a disposizione alloggi a quelle famiglie che non hanno i requisiti di reddito per accedere all’edilizia popolare, ma ugualmente non riescono a permettersi di affittare una casa. In questo caso, la proposta di legge del Pd chiama in causa la possibilità della Regione di partecipare ai fondi immobiliari il cui oggetto sociale comprenda prioritariamente l’incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale e la possibilità da parte dei Comuni e di altre istituzioni pubbliche di attivare nuovi strumenti partecipati con i privati atti a reperire fondi per il recupero e la realizzazione di nuovi alloggi. Illustrati i dettagli della proposta, ora il Pd passa la palla alla maggioranza in Consiglio regionale: “Ci siamo assunti l’onere di predisporre una proposta di legge augurandoci che la maggioranza faccia la stessa cosa”, commenta Claudio Ruffini, “auspichiamo che si possa aprire un confronto costruttivo su un tema attuale come l’edilizia popolare. Vorrei ricordare inoltre che questa giunta regionale sull’edilizia residenziale pubblica sconta forti ritardi sia perché non riesce ad utilizzare i fondi statali già disponibili, pari a circa 30 milioni di euro, sia perché mantiene lo status quo della governance che nulla produce in termini di recupero di nuovi alloggi.”

 

Daniele Galli