Lo dicono i dati riepilogativi sul 2016 diffusi dall’Istat ed elaborati per la Cna Abruzzo dall’economista Aldo Ronci, secondo cui l’incremento di 582 milioni di euro del Chietino, rispetto al 2015, rappresenta la fetta nettamente maggiore dell’intero aumento segnato dall’Abruzzo, con 719 milioni.
Nel 2016, dunque, secondo l’elaborazione di Ronci, la provincia di Chieti ha fissato il valore delle sue esportazioni a quota 5.824 milioni di euro, circa dieci volte maggiore del totale di Pescara (554) e L’Aquila (536) e cinque volte maggiore del Teramano (1.252).
Per l’intero Abruzzo il risultato è stato un 9,7% di incremento, terza performance assoluta tra le regioni d’Italia.
“In buona sostanza – illustra Ronci – l’export abruzzese si conferma quasi del tutto dipendente dall’apporto che arriva dalla provincia di Chieti che, a sua volta, è fortemente condizionata dall’automotive, il comparto dei mezzi di trasporto, che rappresenta da solo il 65% del totale della provincia e il 75% dell’incremento registrato.
Tradotto su scala regionale, l’incremento fornito dai mezzi di trasporto (422 milioni) rappresenta la fetta largamente maggioritaria dei 719 milioni di euro totali di aumento nel 2017; primato che lascia a tutti gli altri comparti produttivi un ruolo di sostanziale comparsa”.
“L’Abruzzo si conferma regione a due velocità sul fronte dell’export – commenta il direttore regionale della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo – con dati positivi e importanti che riguardano però solo la grande e la media industria, in grado di competere sui mercati internazionali.
Al contrario, si conferma la crisi del mondo della micro impresa e dell’artigianato, e con loro del turismo. Settori, questi ultimi, per i quali occorre immaginare, anche attraverso i bandi europei di prossima pubblicazione, un sostegno che ne favorisca i processi di internazionalizzazione”.