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Inchiesta Abruzzo: ora indagine tocca anche le assunzioni a chiamata diretta

La Procura de L’Aquila sta indagando su alcune assunzioni a chiamata diretta, quelle relative al personale degli staff del presidente, Luciano D’Alfonso, e degli assessori.

 

Si tratta di un nuovo filone della maxi-inchiesta dei pm aquilani su una serie di appalti gestiti dalla Regione. I carabinieri del Noe, sia ieri sia oggi, hanno fatto visita a palazzo Silone, sede della giunta, per sequestrare documentazioni sulle assunzioni. Non si conoscono altri particolari né le ipotesi di reato, perché in questo fronte di indagine, come su tutta l’inchiesta, viene mantenuto il più stretto riserbo. Ci sono comunque indagati.

Secondo quanto si è appreso, le assunzioni sarebbero avvenute ai tempi in cui a capo del personale c’era Eliana Marcantonio, che non risulta indagata e che si è dimessa nel 2016: ora il settore viene coordinato ad interim dal dirigente a chiamata diretta, perché nello staff di D’Alfonso, Fabrizio Bernardini.

Quest’ultimo è indagato in un altro filone, in qualità di segretario della Giunta che ha votato la delibera numero 367 del 3 giugno 2016, relativa alla riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano, oggetto di indagine.

Sempre stando a quanto si è appreso da fonti regionali, sarebbero stati ascoltati alcuni funzionari. Diventano 10 i filoni attualmente aperti in un’inchiesta che ha coinvolto finora 33 indagati tra cui dirigenti e funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori, oltre al presidente D’Alfonso, e agli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe. Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi e portate avanti dai carabinieri del Noe e dalla squadra Mobile della Questura di Pescara.