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Documento di Programmazione Economica Regionale: che fine ha fatto l’Abruzzo dei Parchi?

“Ormai non ci sono più dubbi: la Giunta Regionale conferma che “Abruzzo dei parchi”, “Abruzzo Regione verde d’Europa” è solo uno slogan, un fiore all’occhiello da ostentare, svuotato di ogni contenuto”.

E’ quanto sostiene in una nota la segreteria regionale della Cgil Abruzzo, che punta il dito contro il Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale 2012-2014, approvato con delibera n.756 del 14 novembre 2011, che traccia le linee strategiche di sviluppo per i prossimi tre anni. Bene, nel Documento “non esiste alcun riferimento al sistema delle aree protette regionali”.

“Per la prima volta dopo un ventennio dall’approvazione della legge quadro sui parchi” spiega Mimì D’Aurora, responsabile ambiente “esce formalmente dalla programmazione della Regione. Cessano cioè di essere considerate, non solo come il grande patrimonio naturalistico che ha delineato il tratto identitario della nostra regione e che ci ha fatto conoscere nel mondo, ma soprattutto come un fattore di crescita e sviluppo sostenibile in particolare per le aree interne montane. La Giunta Chiodi non riesce cioè ad assegnare a Parchi e Riserve alcun ruolo nel rilancio di politiche che ci aiutino ad uscire dalla crisi e costruire un nuovo sviluppo. Una politica suicida e autolesionista. Da anni la Cgil Abruzzo denuncia questa deriva riscontrabile in tanti atti della politica regionale con l’affermazione di una nuova gerarchia di priorità strategiche per i territori montani. Nei Fas non viene previsto neanche un euro per progetti da realizzare all’interno dei parchi mentre si impegnano quasi 40 milioni di euro per sei progetti di nuovi impianti di risalita. Sul fronte delle Riserve le cose non vanno meglio. Nei FAS sono previsti 4.6 milioni di euro, ma da fondi regionali che saranno disponibili solo se si venderà il patrimonio immobiliare. Nel frattempo non c’è ancora certezza sulla disponibilità di fondi ordinari nel bilancio 2012 per la gestione delle Riserve che la Regione ha delegato ai Comuni. Come si fa a lasciare senza prospettive queste realtà e i comuni interessati? La Cgil ritiene necessario far crescere un nuovo movimento che tenga insieme le forze sociali e politiche, i comuni, le associazioni ambientaliste, i Parchi e le Riserve e che rilanci l’idea di un Abruzzo che è in grado di indicare una via originale per affrontare la crisi e creare uno sviluppo sostenibile capace di dare nuova occupazione e prospettive ai giovani, riprendendo la strada della Regione Verde d’Europa. Un movimento che consideri questione centrale lo sviluppo della montagna abruzzese. Primo punto, partire dalla richiesta che nel DPFER e in tutti i documenti di programmazione della regione, la rete delle aree protette abbia un ruolo strategico, così come nella stessa Legge Regionale per la promozione dello Sviluppo siano individuati percorsi specifici per la promozione ed il sostegno alle “imprese verdi” che operano dentro Parchi e Riserve”.