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Appalti Abruzzo, si allarga l’inchiesta: 10 indagati per riqualificazione parco

Lanciano. Si allarga l’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila su una serie di appalti gestiti dalla Regione Abruzzo che vede finora 17 indagati, tra cui funzionari regionali, professionisti esterni e imprenditori e il presidente della Giunta, Luciano D’Alfonso, che in più occasioni si è detto estraneo ai fatti, ribadendo la piena fiducia sull’operato della magistratura.

Spunta infatti un quarto filone relativo ad un appalto, tuttora in corso, del valore di 1,5 milioni di euro a Lanciano, relativo alla riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose.

In questo quarto filone risulterebbero iscritte 10 persone sul registro degli indagati: gli avvisi di garanzia devono essere notificati. Non si conoscono le ipotesi di reato. Su tutta l’indagine c’è il massimo riserbo da parte di inquirenti e investigatori.

Titolare dell’inchiesta è il pm Antonietta Picardi, che coordina le indagini assieme al procuratore della Repubblica, Michele Renzo.

Ieri i carabinieri del Noe sono tornati di nuovo a palazzo Silone, sede della giunta regionale all’Aquila, per sequestrare documentazione, tra cui la delibera della giunta regionale su questo appalto, la numero 367 del 3 giugno 2016, proposta dal presidente D’Alfonso, che vara una procedura che scade il 28 febbraio prossimo, alla quale sono state invitate 20 ditte.

Il parco comunale si estende su un’area di 60 mila metri quadrati già usata per fiere e feste popolari, dotata anche di un ippodromo, di cui il Comune frentano ha proposto una riqualificazione con demolizione e ricostruzione delle tribune, la realizzazione di un campo di calcio e di piste pedonali e ciclabili.

Costo dell’operazione, appunto, 1,5 milioni, dei quali 1,2 a carico dell’ente regionale e 300 mila stanziati dall’amministrazione comunale.

Gli altri tre filoni dell’inchiesta aquilana riguardano un appalto sulla ristrutturazione post-terremoto di Palazzo Centi, sede della Giunta regionale all’Aquila danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009, con una commessa da 13 milioni di euro caratterizzata da ritardi burocratici e cambi di commissione, e due interventi previsti nel cosiddetto Masterplan, sulle case popolari a Pescara e nel comune di Lettomanoppello.

Sul primo filone indagano i carabinieri del Noe, sugli altri due la squadra mobile di Pescara.