Pescara. “L’Abruzzo è la regione più verde d’Europa, con oltre un terzo della sua superficie coperta da parchi e riserve ma, purtroppo, in fatto di sviluppo sostenibile, è indietro anni luce.
Spesso si è parlato di tale forma di turismo come strumento per il rilancio dell’intero comparto regionale, ma pochi (forze politiche, imprenditori e singoli cittadini) purtroppo ne hanno colto il significato”.
Così Annalisa De Luca , presidente Impresa Donna di Ascom Abruzzo.
“In un recente viaggio a Copenaghen, nel 2014 eletta Capitale verde d’Europa, – aggiunge – ho potuto constatare come il turismo responsabile ed eco sostenibile, possa concretamente essere volano armonico di crescita.
Secondo la definizione, formulata nel celebre Rapporto Brundtland della World Commission Environment and Development istituita dall’Onu, – evidenzia – un’attività turistica è sostenibile quando si sviluppa in modo tale da mantenersi vitale in un’area per un tempo illimitato, non alterando l’ambiente e non ostacolando o inibendo la crescita di altre iniziative socio-economiche.
Turismo sostenibile che può essere opportunità per ogni settore dell’economia: dall’agricoltura all’artigianato, al commercio. Rappresenta quindi – dice De Luca – uno strumento di riscoperta di luoghi che altrimenti rischierebbero l’abbandono; di valorizzazione di tradizioni preziose che racchiudono storia e cultura; di recupero di infrastrutture.
Basti pensare alle ferrovie dismesse, costruite nel Novecento ed abbandonate in nome della velocità: se fossero realmente riattivate o trasformate in percorsi pedonali o ciclabili, come è anche in programma, potrebbero favorire il turismo in Abruzzo; così come la riqualificazione delle case cantoniere che potrebbero diventare ostelli, ciclo-officine o punti di ristoro”.
“Il turismo sostenibile e responsabile diventa quindi più significativo – sottolinea ancora De Luca – se collocato in aree che vogliono differenziarsi dalle solite proposte, rappresentando una riscoperta vera dei territori e delle loro peculiarità.
Nei prossimi anni – conclude l’esponente di Ascom – sarà fondamentale elaborare politiche che consentano di identificare e promuovere le aree naturalistiche, i beni culturali, musei, risorse naturali, strutture ricettive accessibili e percorsi di turismo responsabile, affinché si possa uscire da questa fase di stallo che perdura ormai da troppo tempo”.