Notizie importanti sulle abitudini, sui movimenti dell’animale, sul suo branco: notizie difficilmente ottenibili in altro modo.
Lupo Claudio era stato recuperato il 20 marzo 2016, dopo un investimento con un auto, dal personale Forestale e dai tecnici dell’Ente Parco tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura.
Dopo le analisi da protocollo, le cure necessarie e una notte in osservazione, era stato reimmesso in natura nel luogo del suo ritrovamento, ma non prima di averlo dotato di collare munito di rilevatore GPS.
Da quel momento Lupo Claudio aveva iniziato a trasmettere importanti notizie. Era stato possibile apprendere, ad esempio, che si era presto riunito al branco originale e aveva iniziato a frequentare una zona marginale dell’area protetta.
‘Per mesi avevamo seguito Lupo Claudio, e grazie anche ad avvistamenti ed alle tracce individuate, eravamo riusciti a capire come si muoveva e che non era solo. Avevamo scoperto che da qualche tempo aveva lasciato la zona e il branco, era andato in dispersione verso le Marche ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere.
Aveva passato tutto il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma è stato ucciso e la sua avventura come la nostra storia finisce sotto un ponte del comune di Cessapalombo in provincia di Macerata’, si legge in una nota del PNGSL.
“Si tratta di una violenza tanto grave quanto stupida che colpisce a morte l’intelligenza e la bellezza della natura nonché la storia identitaria della nostra comunità” dichiara il Presidente del Parco Tommaso Navarra.
“Gli autori del fatto devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia. Il recente dibattito politico in merito all’approvazione di piani di gestione del lupo ha dimostrato, se ve ne era bisogno, di quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attività umane e quanto, piuttosto, si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi.
La discussione dovrebbe spostarsi alla approvazione di regole chiare di gestione e conduzione di cani padronali, laddove gli stessi sono abbandonati in natura dall’uomo stesso. La morte di Lupo Claudio spero contribuisca almeno ad evitare un arretramento culturale che non ci possiamo permettere.”
‘L’uccisione del Lupo “Claudio”, raggiunto dai colpi di un bracconiere nelle Marche, rappresenta una doppia perdita. In primo luogo perché l’ennesimo esemplare di Lupo finisce vittima di bracconieri ormai senza freni; in secondo luogo perché è stato colpito un animale che, dopo essere stato vittima di un incidente tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura in provincia di Teramo, era stato curato e dotato di radiocollare nell’ambito del Progetto Life MircoLupo che vede la partecipazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
La sua perdita, quindi, oltre al danno sulla specie, ha prodotto un danno economico e un danno scientifico essendo andata persa una fonte importante di acquisizione di informazioni sulla specie su cui sono stati fatti investimenti grazie al contributo dell’Unione Europea. Tramite il radiocollare, infatti, il Lupo è stato seguito per mesi fornendo indicazioni utili sulle sue abitudini, sui suoi spostamenti, sulle sue interazioni con il branco.
Il WWF auspica che i responsabili di questo vero e proprio crimine di natura possano essere individuati e punti. Purtroppo i precedenti non ci fanno ben sperare. Gli atti di bracconaggio restano nella stragrande maggioranza dei casi impuniti e anche quando vengono individuati i colpevoli le pene sono ridicole.
Proprio per questo il WWF ha presentato una proposta di legge per l’inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta, proposta che è diventato il disegno di legge n. 1812 che però giace ancora in qualche cassetto della Camera dei Deputati.
Ogni anno in Italia muoiono circa 300 lupi per colpa della caccia illegale, di trappole, bocconi avvelenati e incidenti stradali.
Anche per questo è necessario stralciare qualsiasi ipotesi di abbattimento legale dei lupi dal Piano di gestione del Lupo presentato dal Ministero dell’Ambiente. I tantissimi cittadini italiani che hanno aderito alla campagna SOSLUPO del WWF Italia (oltre 190mila) hanno chiesto di tutelare il lupo, e non certo di consentirne gli abbattimenti’, si legge in una nota firmata da Luciano Di Tizio (Delegato Abruzzo WWF Italia) e Dante Caserta (Vicepresidente WWF Italia)