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Hotel Rigopiano, Pescara saluta Roberto Del Rosso. Tanto dolore anche ad Archi e Silvi

Pescara. “Abbiamo vissuto giorni veramente drammatici, ogni volta abbiamo sperato che qualcuno fosse vivo e pensavamo che ce l’avesse fatta anche Roberto, ma così non è stato”.

Così don Francesco Santuccione, che oggi pomeriggio a Pescara, nella chiesa di San Cetteo gremita all’inverosimile, ha officiato il rito funebre di Roberto Del Rosso, proprietario dell’Hotel Rigopiano di Farindola, tra le tra le 29 vittime della valanga che ha travolto l’albergo il 18 gennaio scorso.

“Non ci aspettavamo questo dramma intorno a noi – ha proseguito il sacerdote -, non pensavamo che Roberto ci potesse lasciare in questo modo così terribile, inaspettato, folgorante”. Centinaia le persone presenti e molti i volti noti: il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, il vice sindaco Enzo Del Vecchio, il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli. Nelle prime file anche i ragazzi della squadra di calcio Cantera Adriatica di Pescara, nella quale milita uno dei due figli di Del Rosso. Presenti anche i gonfaloni dei Comuni di Pescara e Farindola.

“Eri un uomo irrequieto, cocciuto, folle. Un uomo capace e spericolato. Uomo, amico, fratello, riposa in pace”. Così Pasqualino Del Rosso ha reso omaggio al fratello Roberto, il proprietario dell’Hotel Rigopiano nel corso del rito funebre officiato oggi pomeriggio a Pescara nella chiesa di San Cetteo. Centinaia le persone presenti. In prima fila la moglie Emira e i due figli di 8 e 15 anni. Amici, familiari ed esponenti di associazioni come Avis e La Tribù di Farindola, durante la cerimonia hanno rivolto un pensiero a Del Rosso.

“Grazie per tutto quello che hai fatto per Farindola – è stato il messaggio del sindaco del paese Ilario Lacchetta – per averci fatto sognare e per aver realizzato un paradiso di cui tutti a Farindola erano partecipi”. Un’amica invece ha ricordato come Del Rosso “abbia sempre amato Rigopiano” e come quell’hotel sia stato il suo modo “per far conoscere le bellezze della sua terra. Hai offerto delle opportunità a tante persone – ha proseguito la donna – e pensare che quel luogo incantato sia scomparso sotto un cumulo di macerie sembra impossibile”.

Presenti anche i ragazzi degli scout. “Perchè anche Roberto è stato scout nella chiesa di San Cetteo – ha detto il sacerdote che ha officiato il rito funebre -. Adesso sarai in cammino verso i monti del cielo, dove non ci sono slavine”. Al termine del funerale, un lungo applauso ha salutato l’uscita della bara.

“Tutti i miei ragazzi, dall’allenatore al magazziniere, hanno apprezzato l’invito che ci hai rivolto lo scorso 24 ottobre e tutti noi abbiamo sperato fino all’ultimo di poterti riabbracciare”. E’ uno dei passaggi del messaggio di Daniele Sebastiani, presidente del Pescara Calcio, letto oggi pomeriggio, nella chiesa di San Cetteo, da un rappresentante della società abruzzese, durante il funerale.

“Caro Roberto, ricordo ancora quella volta che ci incontrammo – è l’inizio del messaggio di Sebastiani -. Mi hai conquistato con il tuo entusiasmo e la tua schiettezza. Quando mi parlasti del tuo progetto di realizzare l’Hotel – prosegue il presidente del Pescara – qualcosa a livello empatico mi diceva che ce l’avresti fatta e io ho fatto sempre il tifo per te, come tu hai sempre fatto il tifo per il Pescara”. Infine un pensiero per i figli di Del Rosso, che hanno 8 e 15 anni: “Prego per i tuoi due figli, affinché possano realizzare il loro sogno, come tu hai realizzato il tuo”.

Hotel Rigopiano: ad Archi lacrime e palloncini per Ilaria Di Biase

La corona di fiori del Presidente della Repubblica, a testimoniare la presenza dello Stato, ha aperto ad Archi, in provincia di Chieti, il corteo funebre per l’ultimo saluto a Ilaria Di Biase, 22 anni, da tre cuoca dell’Hotel Rigopiano, tra le 29 vittime della slavina che il 18 gennaio scorso ha travolto la struttura. Presenti istituzioni civili, militari, il Prefetto e i sindaci del comprensorio.

Ha concelebrato le esequie l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte che nel passaggio centrale dell’omelia ha detto “di fronte a questa tragedia abbiamo tutti bisogno del silenzio. Alla domanda del perché della tragedia, al di là degli accertamenti giudiziari, non abbiamo risposte se non quella della fede nella certezza di affidarci al silenzio di Dio, al suo silenzio di misericordia. E’ necessario con la preghiera stringersi al dolore dei familiari”.

Al rito funebre ha partecipato una enorme folla che si è stretta attorno al profondo dolore dei genitori di Ilaria, il padre Filippo, la madre Mariangela, il fratello Yury, e il fidanzato Antonio. La cerimonia è stata caratterizzata da un grande sentimento di vicinanza da parte dell’intera comunità. Ilaria è stata salutata con il lancio di palloncini rosa e bianchi. Nel giorno della tragedia Ilaria Di Biase non avrebbe dovuto lavorare ma, come avvenuto, per altre vittime, non era riuscita a ripartire per raggiungere casa il giorno prima.

HOTEL RIGOPIANO, A SILVI TRE CITTÀ IN LUTTO PER STEFANO FENIELLO

Tanto dolore ma anche tanta rabbia ai funerali di Stefano Feniello svolti oggi nella chiesa di Santa Maria Assunta a Silvi Marina.

In centinaia hanno dato l’ultimo saluto a Stefano con tre città (Silvi, Città Sant’Angelo e Valla, il paese d’origine della famiglia in Provincia di Salerno, rappresentate dai tre sindaci con le fasce tricolori i primi cittadini di Silvi, Francesco Comignani, di Valva (Salerno) – paese d’origine della famiglia Feniello -, Vito Falcone e di Città Sant’Angelo – cittadina in cui il giovane era residente – Gabriele Florindi)

Tanto commozione con le lacrime di amici, parenti (due pullman arrivati da Valva) e la fidanzata Francesca Bronzi. Il momento più toccante: l’abbraccio del padre Alessio alla bara del figlio. Un ultimo saluto straziante e toccante ma anche carico di rabbia per una vita spezzata troppo presto.