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Regione Abruzzo, fondi Fas. Chiodi: Concordati con le parti sociali

Pescara. La notizia della bocciatura dei Fas “è dolosamente falsa. E’ vero invece, testimoniato pure da una mia recente lettera al Governo, che ho difeso a denti stretti una decisione concordata e voluta dalle parti sociali, e ulteriormente corroborata dal Patto per lo sviluppo di un mese fa. Noi abbiamo scientemente voluto il Fas così come deliberato, e vedranno gli abruzzesi che il Governo lo approverà così com’è, nella prossima riunione del Cipe”.

Il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, in una conferenza stampa, seguita anche dagli assessori e dai consiglieri regionali, ha chiarito tutta la vicenda legata alle scelte dei Fondi Fas, dei fondi per il Mezzogiorno e dei fondi Cipe allo “scopo principali di dare tranquillità al mondo produttivo ed economico abruzzese e di metterlo in sicurezza, dopo il polverone agostano – posso dire così? – agitato dalle opposizioni, le quali, da opposizioni – ha ironizzato Chiodi – possono essere demagogiche ed infingarde, ma quando parlano nei tavoli istituzionali devono usare anche fuori la stessa lingua, altrimenti si pone una questione di moralità politica”.

Sui Fas Chiodi ha chiarito “le ragioni di una scelta che è stata posta in alternativa e non in esclusiva all’opera strategica, ovvero la possibilità di concentrare tutte le risorse su una strada, per esempio. Con le parti sociali – lo ripeto – ovvero sindacati ed imprenditori, si è stabilito che per le esigenze del nostro sviluppo l’opera strategica è il sostegno alla competitività del sistema economico”. Per Chiodi “era possibile scegliere un’ unica struttura visibile, come usava la vecchia concezione politica, ma noi abbiamo optato per l’alternativa, ovvero una visione strategica moderna, laddove si è ipotizzato, a fronte dei 10 anni di attesa per ottenere un ritorno di quell’opera, che alle nostre Pmi serviva un intervento immediato, nella direzione di un dimensionamento patrimoniale ed organizzativo compatibile con la velocità dei mercati”.

Per il presidente Chiodi è stato “solo e appunto per le relazioni sapute intessere con il sistema delle regioni se l’Abruzzo ha ottenuto almeno due vantaggi: aver evitato, unica regione in Italia, la decurtazione del 5 per cento sull’ammontare dei Fas, ammontare già precedentemente decurtato per finanziare un fondo per gli ammortizzatori sociali, del quale anche ventimila famiglie abruzzesi hanno potuto fruire; aver ottenuto 160 milioni di euro per coprire un ammanco nel bilancio della sanità, dovuto ad una distrazione di fondi da altri causata, nella scellerata gestione del sistema sanitario. Una scelta – ha detto Chiodi – resa necessaria allo scopo di evitare che i cittadini abruzzesi, oltre alla beffa, subissero pure il danno dell’aumento delle tasse”.

Le risorse utilizzate – come ha spiegato il Presidente – saranno presto “riconsegnate allo sviluppo non appena arriveranno i ricavi dalla vendita degli immobili, per un importo di 110 milioni di euro, ricavi già vincolati da una legge per finanziare lo sviluppo. Con una vendita vera però – ha polemizzato il Presidente – e non attraverso un’operazione allucinante come quella che si è perpetrata ai danni del bilancio regionale nel 2007 quando, a fronte di una perdita, si è registrata un’entrata mai avvenuta, con una volontà artificiosa di creare un disavanzo di bilancio”.

In ordine, quindi, all’ulteriore polemica sollevata sulla “presunta non presenza” dell’Abruzzo nei fondi per il Mezzogiorno, Chiodi ha sottolineato che “l’Abruzzo non poteva uscirne fuori semplicemente perché non vi è mai entrato, in quanto regione non in obiettivo convergenza ma in quello competitività”. Una lettura europea dei processi di sostegno ai paesi membri è la chiave per “comprendere che alla luce di parametri precisi l’Abruzzo è fuori dall’Obiettivo 1 da anni. Mi stupisce che i parlamentari non se ne siano accorti ma i nostri tassi di disoccupazione, benché non mi entusiasmino, non sono a due cifre, ed il nostro tasso di infrastrutturazione non è paragonabile a quello delle regioni del Sud. Io sono orgoglioso che la nostra regione non stia in quelle condizioni, i parlamentari di opposizioni, forse per esorcizzare la frustrazione di non governare più niente si illudono di conquistare con un comunicato al giorno una operatività virtuale”. “Dopo di che – ha spiegato Chiodi – sarà finanziato anche il nostro piano per le Infrastrutture, siglato con il Governo, e che farà arrivare all’Abruzzo una prima parte, pari a 977 milioni di euro, dei 7 miliardi previsti. Se con obiettività si guarda all’insieme della pianificazione regionale ci si renderà facilmente conto che la strategia è in essa ben presente e salvaguardata”.

 

Il commento del capogruppo del PD in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro. “E’ imbarazzante come Chiodi, di fronte a partite vitali per la Regione, non sappia fare altro che mentire per tentare di giustificare il suo operato che oggi ricade sulla pelle degli abruzzesi. Chi mente non è affidabile. Insisto che si faccia subito un consiglio regionale straordinario che affronti l’emergenza Abruzzo. Non è pensabile che si vada tranquillamente in ferie quando molti sono gli abruzzesi che non potranno farlo, quando ci sono imprese che non sanno se riapriranno dopo la pausa estiva, quando consumi e risparmi contemporaneamente si riducono, ciò significa dare fondo a tutto ciò che resta. Nessuna demagogia, ci troviamo di fronte ad una situazione eccezionale ed eccezionali deve essere la reazione. Se non ci consentiranno di discutere in consiglio lo faremo lo stesso, convocando le parti sociali. La politica regionale deve sentirsi convocata in seduta permanente. Chiodi mente quando afferma che le decisioni in ,merito alla ri programmazione dei fondi fas sono passate per il tavolo del Patto per lo Sviluppo. Mai è poi mai ciò è accaduto. Ho contestato sin dalla prima riunione del tavolo il fatto che era stato inviato il documento a Roma senza un preventivo confronto, nessuna scelta è stata condivisa. Di tale circostanza chiamo a testimone tutte le parti sociali, dicano loro la verità che non ha il coraggio di dire Chiodi. Chiodi mente sapendo di mentire. Ricordo che fui io a denunciare pubblicamente l’approvazione in giunta della programmazione dei FAS senza che passasse per il tavolo del Patto e scoprii che  per ogni intervento era previsto un cronoprogramma che rinviava la fase attutiva pressoché di ogni intervento al 2013, cioè Chiodi già sapeva cosa sarebbe accaduto, politicamente un “omicidio predmeditato”. Credo che l’Abruzzo non possa attendersi più nulla da Chiodi, dobbiamo da soli andare a Roma e pretendere ciò che spetta agli abruzzesi e non solo sui FAS, stiamo a zero sulle infrastrutture, zero tagli alle tasse”.

 

La reazione del senatore abruzzese del Pd Giovanni Legnini. “La tesi in base alla quale l’Abruzzo non c’è perché non sarebbe più nel Mezzogiorno è incredibile: l’Abruzzo è nell’obiettivo Competitività al pari del Molise, della Basilicata e della Sardegna. Chiodi avrebbe dovuto spiegare una sola cosa: perché queste tre regioni sono destinatarie di notevoli risorse statali con la delibera Cipe e solo l’Abruzzo no. Le dichiarazioni di Chiodi nervose e offensive nei confronti delle opposizione sono inaccettabili e sintomatiche dello stato confusionale della sua politica, peraltro non difesa neppure dai suoi colleghi e alleati” spiega Legnini, “in tutti i provvedimenti incentivanti statali l’Abruzzo, seppure con una intensità di aiuti inferiore alle regioni obiettivo Convergenza, è regolarmente e costantemente annoverato nelle regioni del Mezzogiorno perché tale è il suo status, tanto che nella graduatoria sulla dotazione infrastrutturale siamo al quartultimo posto in Italia. Ad esempio nell’ultimo atto legislativo di luglio prima della manovra, il cosiddetto Decreto Sviluppo che ripristina il credito d’imposta per le assunzioni, l’Abruzzo c’è come regione del Mezzogiorno, come è sempre avvenuto in passato. È Chiodi quindi a dire il falso, non i parlamentari di opposizione che hanno il sacrosanto dovere di evidenziare ciò che non va e di fare proposte. I fondi Fas possono e devono essere attribuiti all’Abruzzo e la programmazione deve corrispondere ai criteri dettati dal Cipe, oltre che alle esigenze della regione e ad una visione del suo sviluppo. Basta fare una visita al ministero dello Sviluppo economico e parlare con chiunque, anche con l’usciere, per accertarsi che i piani presentati non sono stati ritenuti accettabili: altrimenti Chiodi ci spieghi perché è stato rimodulato tre volte e perché non è stato approvato con l’ultima delibera Cipe. Ora basta con le ricostruzioni fantasiose e la propaganda che proviene da chi governa. Noi siamo disponibili, come sempre, a fare la nostra parte per aiutare l’Abruzzo, ma ognuno deve dire la verità”.