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Trattamento dei rifiuti: monta la polemica sul termovalorizzatore in Abruzzo

“La valorizzazione energetica dei rifiuti è una fase inevitabile” aveva detto ieri il presidente Gianni Chiodi, aprendo le porte alla realizzazione di un termovalizzatore in Abruzzo. Una dichiarazione che ha scatenato diverse polemiche nel mondo politico abruzzese.

“Come il Ministro dell’Ambiente riduce i finanziamenti per le energie da sole e vento così l’Abruzzo incentiva gli inceneritori” dichiara oggi il capogruppo dei Verdi Walter Caporale. “Un programma che parte da lontano e non da una seria politica regionale di gestione delle Fonti di Energia e del ciclo dei rifiuti. Prima di annunciare l’adozione degli inceneritori, il Governo Chiodi per non correre il pericolo dei rilievi di microparticelle tumorali nell’aria sta provvedendo ad eliminare l’Agenzia preposta al controllo, l’Arta”. Secondo Caporale “gli inceneritori hanno ragione di esistere solo perché ci sono grossi finanziamenti, nessun imprenditore che sia tale investirebbe su questo tipo di impresa. I finanzamenti garantiscono grossi speculazioni a beneficio di pochi. La produzione di Energia da fonte rinnovabile sviluppa un’economia diffusa sul territorio a beneficio di numerosi piccoli imprenditori. Il rifiuto riciclato è oro. Il rifiuto bruciato è speculazione. Chiodi in Abruzzo vuole inceneritori, biomasse che sono la stura per nuovi inceneritori e petrolieri. Non vuole il Parco della Costa Teatina, non vuole sviluppare turismo e prodotti di qualità. E’ troppo occupato a rincorrere i programmi ed i diktat nazionali, gli affaristi e le scelte scellerate piuttosto che sviluppare e rilanciare l’Abruzzo e gli abruzzesi”.

Sull’argomento interviene anche il vice capogruppo dell’Italia dei Valori, Cesare D’Alessandro.

“Chiunque realizzerà un inceneritore, in Abruzzo” commenta “lo farà per due motivi, che sono legittimi dal punto di vista imprenditoriale, ma molto meno da quello dei cittadini: perché la prospettiva è quella di accedere a finanziamenti pubblici molto cospicui e perché la disponibilità della materia prima, ossia i rifiuti da bruciare, sarà gioco forza garantita dai conferimenti extra regionali. Solo in questo modo, viste le premesse, si avranno quantitativi sufficienti da bruciare. Il presidente Chiodi, che più di ogni altro ha contribuito a creare il contesto emergenziale nel quale stiamo precipitando, otterrà probabilmente anche i poteri commissariali per realizzare l’impianto di incenerimento in deroga alle vigenti disposizioni legislative, secondo il già collaudato modello Berlusconi-Bertolaso in Campania, che ha prodotto Acerra, oggi in costante avaria. E comunque Chiodi, percorrendo questa stradadimostra di non aver compreso il messaggio che il popolo italiano e abruzzese, soltanto pochi giorni fa, hanno lanciato con il voto referendario”.