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I 5 nuovi ospedali in Abruzzo non ci sono e non ci saranno

Erano stati annunciati, promessi, assicurati. Dovevano essere pronti nel 2012 al massimo diceva Venturoni. Sono i nuovi ospedali di Avezzano Giulianova, Lanciano, Sulmona e Vasto che dovevano essere finanziati con i fondi di cui all’art. 20 della Legge n. 67 del 1988”. Ha ricordato il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini.

“Con questa promessa Venturoni e Chiodi e l’intero centro-destra – continua Ruffini – hanno girato l’Abruzzo a raccontare che gli interventi straordinari sui vecchi ospedali non erano necessari perché sarebbero arrivati quelli nuovi. Così dopo due anni di annunci gli ospedali abruzzesi sono diventati ancora più vecchi, costosi ed inefficienti, facendo aumentare la mobilità passiva da parte dei cittadini in quanto la ricettività e l’accoglienza è diventata obsoleta. Basti pensare che in certi ospedali abbiamo ad esempio delle camerate senza i servizi igienici. Se è vero come dice Venturoni che i vecchi ospedali costano troppo, perché non si è intervenuto con una manutenzione straordinaria che avrebbe ridotto i costi della loro gestione? Se avessimo fatto le ristrutturazioni dei vecchi ospedali avremmo risparmiato un mucchio di soldi sui costi della gestione. Era questo il cavallo di battaglia di Venturoni, ridurre i costi di strutture vecchie ed inefficienti ma in sostanza non si è fatta né l’uno né l’altra cosa. Su un miliardo e trecento milioni che annualmente si spendono per gli edifici sanitari sicuramente con gli interventi di adeguamento igienico-sanitario e di ricettività avremmo già raggiunto nel 2010 il famoso pareggio di bilancio della sanità. Ormai la farsa si è conclusa ed è chiaro a tutti che i soldi per i cinque nuovi ospedali in Abruzzo non esistono. La denuncia del consigliere del Pd arriva dopo la risposta del vicepresidente Alfredp Castiglione all’interrogazione (question time di ieri, martedì 7 giugno).
“La mia domanda era precisa – ha spiegato Ruffini  – ho chiesto di sapere quando verrà presentata in Commissione consiliare la nuova programmazione dei fondi di cui all’art. 20 della Legge n. 67 del 1988 per gli investimenti nel settore dell’edilizia sanitaria e delle attrezzature tecnologiche e quali sono i tempi previsti per la realizzazione dei 5 nuovi ospedali in Abruzzo. La risposta di Castiglione, burocratica, ragioneristica e piena di riferimenti a leggi e procedure amministrative, difatti non dice nulla. Ovvero non dice se ci sono i soldi oppure no. Purtroppo chiarisce perfettamente i timori che avevamo: i 250 milioni di euro per i 5 nuovi ospedali annunciati da Venturoni già nell’agosto 2009 sono soltanto una favola come le tante favole raccontate dal governo regionale che da tempo parla di infrastrutture, edilizia sanitaria e sostegno al mondo produttivo. I tre anni promessi dall’ex assessore alla Sanità sono quasi passati e non c’è nulla. Dispiace ribadire che il Governo Chiodi è il governo del nulla – ha concluso Ruffini – siamo di fronte ad un semplice contabile preoccupato solo a far quadrare i conti della propria bottega”.

 

Venturoni attacca Ruffini: “colpevole dei disastri della sinistra”. Ringrazio il consigliere Ruffini che mi da l’opportunità di chiarire  sulla pianificazione del nuovo Ospedale di Giulianova, già previsto nei finanziamenti ex art. 20 già negli anni ’95-2000, Giunta Falconio e vicepresidente Verticelli, portato avanti dalla Giunta Pace, e poi bloccato da Del Turco e Ruffini”. È la replica dell’ex assessore alla sanità e presidente del gruppo PdL, Lanfranco Venturoni.
“Riprendere quel cammino – ha spiegato Venturoni – interrotto da questi signori (Del Turco, Ruffini, Molinari) non è stata cosa facile con l’ avvento del terremoto a L’Aquila che ci ha visto costretti a spostare i finanziamenti, per ordine del Governo. Non ritengo che per risolvere i problemi strutturali dell’ospedale di Giulianova ci si sarebbe potuti accontentare di mettere una semplice pezza a colori, che al contrario avrebbe solo aggravato il lavoro di ristrutturazione per anni. I 260 milioni di euro per l’ Abruzzo, stanziati dal Governo per l’ art. 20 ci sono e l’ Abruzzo ha sull’art. 20 la priorità rispetto alle altre regioni per la messa a norma antisismica degli Ospedali. Non bisogna essere ingegneri, né economisti di fama per capire che la messa a norma antisismica di una struttura come l’ Ospedale Civile di Giulianova, costruito decenni fa, significa  intervenire sullo scheletro in cemento armato. A costruire un Ospedale nuovo si fa prima e costa meno”. Ma l’ex assessore la sanità precisa che “260 milioni de Euro non sono tuttavia sufficienti per costruire cinque nuovi ospedali sul territorio regionale, ma 400 milioni sì”.
La Regione Abruzzo avrebbe ormai quasi terminato, infatti pare che manchi solo la Asl dell’ Aquila, la valutazione, tramite l’Agenzia del Territorio, dei vecchi ospedali che andrebbero alienati in seguito alla costruzione dei nuovi.
“La cifra stimata dall’Agenzia del Territorio sarebbe all’incirca 140 milioni di euro. Ruffini dovrebbe ben sapere che questa azione preliminare, chiamata MEXA, prevista per l’utilizzo dell’articolo 20, è in via di conclusione grazie anche all’aiuto della KPMG. Sono ben cosciente del fatto che il nuovo ospedale di Giulianova, come gli altri in Abruzzo, non lo si sarebbe potuto inaugurare nell’arco di questa legislatura. Di una cosa sono certo però, che oltre la mancanza di operatività, questa sinistra manca di idee e di capacità, indispensabile nella buona politica, di guardare al futuro. Un vero Tsunami si è abbattuto, negli anni passati, sull’ospedale Civile di Giulianova, che ha spazzato via servizi, personale e divisioni base come Ostetricia, Ginecologia, Pediatria, Urologia ecc., il tutto con il pieno consenso dell’allora sindaco Claudio Ruffini. Cinque anni di amministrazione della Asl di Teramo da parte del Manager Molinari, voluto fortemente dall’ex Sindaco Ruffini, hanno inferto alla sanità teramana, e in particolare a quella giuliese, un duro colpo. Certamente non può essere addebitata la mobilità passiva nel teramano al nuovo Manager, voluto dal centro-destra, Giustino Varrassi, il quale, alla guida della Asl di Teramo da soli cinque mesi, dopo un breve censimento dei morti ed un succinto funerale, sta cercando di ricucire le profonde ferite cagionate nel tempo e ancora sanguinanti. Ci vorranno mesi, forse anni, ma purtroppo rimarranno le cicatrici sulla sanità teramana e porteranno per sempre la firma anche del consigliere Ruffini”.