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Riforma Ipab: i tagli della Regione Abruzzo

Da 110 Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza) ad un massimo di 8 Asp (Azienda servizi alla persona), dagli oltre 200 attuali componenti nei consigli di amministrazione a 20 membri complessivi, da oltre 50 revisori dei conti a 12: sono queste solo alcune delle cifre contenute nella riforma degli Ipab che il Consiglio regionale ha votato ieri sera con il voto favorevole della maggioranza e di alcune forze dell’opposizione.

L’assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti, e il presidente della Regione, Gianni Chiodi,  insieme a Nicoletta Verì (presidente Commissione Sanità), hanno illustrato oggi i temi della riforma, definita “necessaria e doverosa”, che questo “Consiglio e Governo regionale hanno avuto il coraggio di affrontare e votare”. Si tratta, per certi versi, di una riforma che definisce un nuova idea politica di assistenza sul territorio. “Penso soprattutto – ha sottolineato Gatti – al potenziamento dei servizi alla persona, soprattutto degli anziani con le case di riposo e dei più piccoli con gli asili. Il senso vero di questa riforma è l’aver messo a sistema il patrimonio di tutte le Ipab abruzzesi che va a concretizzare un’idea solidaristica tra tutti gli istituti. Le diverse case di cura, dunque, potranno fare riferimento ad un unico patrimonio della Asp in grado di migliorare l’offerta e i servizi. Mi sembra un grande passo in avanti che guarda ai più bisognosi e alle fasce sociali più deboli”. La legge prevede un minimo di quattro Asp, una per ogni provincia, con possibilità poi all’interno dello stesso territorio provinciale di creare un’altra Asp che abbia almeno un patrimonio immobiliare di 5 milioni di euro e una consolidata tradizione storica. Parole di grande apprezzamento per la riforma sono state poi pronunciate dal presidente della Regione, che ha voluto sottolineare come “in 30 mesi questa Giunta abbia portato a termine riforme che mai erano state fatte né affrontate in passato. Voglio sottolineare come in questo periodo abbiamo ridotto gli Ato, i Confidi, le Comunità montane, il numero dei dirigenti della Regione Abruzzo, il compenso e le pensioni ai consiglieri regionali e il numero dei consorzi industriali. Tutte azioni che vanno verso una riduzione dei costi, verso una migliore efficienza dei servizi e verso l’accoglimento di quanto ci hanno chiesto i cittadini di fare”.