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Tassa sulle disgrazie: Regione Abruzzo impugna la norma davanti alla Corte Costituzionale

Nella seduta di Giunta del prossimo venerdì la Regione Abruzzo affiderà ai suoi professionisti l’incarico per l’impugnazione, davanti alla Corte Costituzionale, della norma del decreto Milleproproghe. Un provvedimento che ha scatenato mille polemiche in regione e, come hanno già fatto da tempo sia la Regione Marche che la Basilicata, anche l’Abruzzo ha deciso di opporsi alla cosiddetta “tassa sulle disgrazie”, che prevede l’intervento finanziario del governo solo se anticipato dall’applicazione di una tassa locale.

Soddisfatta la Cna abruzzese, che sottolinea come la decisione del governo regionale rappresenti un precedente importante anche per le altre Regioni italiane. “Ancora ieri” si legge nella nota “dai sindaci del comprensorio teramano, duramente colpito dall’alluvione delle scorse settimane, si è levata la protesta, la denuncia dello stato di abbandono in cui le loro comunità sono state lasciate all’indomani dell’evento. Il fatto che il governo, prontamente e giustamente intervenuto con risorse finanziarie all’indomani dell’alluvione che ha colpito il Veneto, non abbia concesso un centesimo all’Abruzzo, ma che abbia deciso addirittura di condizionare l’intervento futuro proprio e perfino della Protezione civile all’imposizione di una addizionale su Irpef ed Irap, fino all’aliquota massima, rappresenta la negazione di qualunque principio di solidarietà. L’Abruzzo è già gravato di pesanti addizionali a carico di imprese e famiglie a causa del debito della sanità, e mai potrebbe sopportare un ulteriore balzello. Al di là dei delicati aspetti più strettamente costituzionali che la vicenda comporta, crediamo sia utile che come già accaduto positivamente in occasione della sottoscrizione del Patto per l’Abruzzo, le forze di maggioranza e opposizione sostengano insieme una battaglia che è di tutti gli abruzzesi”.

Solo un atto dovuto, invece, secondo il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, che proprio ieri aveva accusato la giunta Chiodi di immobilismo di fronte al provvedimento del Governo, in totale discordanze con le iniziative intraprese nelle regioni Marche e Basilicata, colpite anch’esse dall’alluvione e subito oppostesi alla norma del Milleproroghe. “E’ il minimo che la Regione Abruzzo possa fare” commenta il consigliere regionale “anche se non basterà. Da parte nostra torneremo a riproporre la nostra soluzione per il ripristino immediato dei ponti, delle strade e di tutte le infrastrutture danneggiate dall’alluvione. Ben venga il ricorso alla Corte Costituzionale, ma non sarà sufficiente”.

Parzialmente soddisfatto il segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio, per la presa di posizione del governatore Chiodi sull’alluvione dello scorso 2 marzo che ha colpito la provincia. “Il presidente, solo in seguito alla nostra protesta e quella del suo assessore Giuliante (peraltro aquilano), ha sentito la necessità di annunciare un ricorso contro la tassa sulle disgrazie. Un intervento tardivo rispetto a quelli dei suoi colleghi governatori di altre regioni che per simili accadimenti, già dopo poche ore, hanno fatto sentire la propria voce a Roma con i propri amici di partito senza dover ricorrere alle vie giudiziarie per difendere il proprio territorio. Veramente strano che il presidente della Regione Abruzzo con il più alto numero di incarichi e ruoli anche extra regionali non conti nulla a Roma nei momenti di bisogno per la nostra terra. Ritengo veramente paradossale che, con tutti i rappresentanti della tanto declamata filiera che vanta il Pdl in provincia e nelle istituzioni di ogni livello, nessuno dei rappresentanti abbia sentito la necessità di far sentire la propria voce. Solo silenzio. Silenzio dai Comuni da loro amministrati, silenzio dalla Provincia dove è stato individuato addirittura, nella persona del presidente Catarra, la figura di commissario senza portafoglio per i lavori post alluvione. Ancora più grave l’immobilismo, fino ad oggi, dei tanti rappresentanti regionali del Pdl che non hanno avuto la capacità di intervenire sul Governo, impegnato a risolvere le questioni personali di Berlusconi. Per completare la lista dei rappresentanti del silenzio arriviamo in Parlamento e in Senato, dove, ad aver chiesto al Governo di porre attenzione su quanto accaduto in Abruzzo, sono stati solo i nostri rappresentanti del centro sinistra. Il Pd teramano continuerà ad incalzare e a far sentire la propria voce sul territorio fino a quando non si vedrà la filiera realmente decisa a battersi per difendere la nostra provincia”.