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Legge anti-metanodotto, Comitati per l’Ambiente: la Regione decida

Ancora un nulla di fatto in Regione in merito al metanodotto ed alla centrale di compressione. I tempi continuano ad allungarsi perchè il parere richiesto al Governo nazionale tarda ad arrivare.

I Comitati cittadini per l’Ambiente di Sulmona rimarcano, in una nota, il comportamento “singolare” della Regione Abruzzo che, dopo aver approvato con voto unanime la legge in commissione, ora attende dal Governo il disco verde a legiferare in materia di gestione del territorio. “Una situazione a dir poco umiliante per la nostra Regione” aggiungono “ridottasi a chiedere il permesso di dire la sua proprio a chi il metanodotto e la centrale vuole farli a tutti i costi. Il governatore Chiodi non può mettere la testa sotto la sabbia e trincerarsi dietro il Governo nazionale che ha tutto l’interesse ad ostacolare la Regione nell’esercizio delle proprie prerogative. Non può essere il Governo nazionale a stabilire se una legge regionale è conforme al dettato costituzionale o meno. Per questo c’è un organismo apposito ed è la Corte Costituzionale. Perciò chiediamo che questo gioco delle parti abbia fine e che la Regione finalmente decida. L’auspicio è che la decisione del Consiglio regionale, con o senza il parere del Governo, sia per l’approvazione all’unanimità della legge, così come chiedono le tante Amministrazioni locali che hanno espresso la loro contrarietà all’opera. Se così non dovesse essere è bene che ogni forza politica si assuma le proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Apprendiamo con soddisfazione, infine, che il Comune di Sulmona intende presentare ricorso al Tar del Lazio contro il decreto governativo che dà il via libera al metanodotto e alla centrale di compressione. Auspichiamo che la stessa decisione venga presa anche dagli altri Comuni della Valle Peligna interessati dall’attraversamento del metanodotto e che lo stesso facciano anche gli altri Enti Locali coinvolti, a cominciare dal Comune dell’Aquila e dalla Provincia dell’Aquila. Questo è un atto doveroso dal momento che le ragioni di opposizione all’opera, rappresentate dalle delibere votate dai Comuni e dalla Provincia, non sono state tenute in nessuna considerazione nell’iter autorizzativo del progetto Snam”.