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Infrastrutture, inaugurata la Diga di Ponte Chiauci

Un’opera strategica con una valenza a trecentosessanta gradi per l’Abruzzo e per il Molise. Con queste parole, l’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo ha partecipato questa mattina all’inaugurazione della diga di Ponte Chiauci, nella provincia di Isernia.

Presenti al taglio del nastro numerose personalità politiche abruzzesi e molisane, fra cui il presidente della Regione Molise Michele Iorio, l’arcivescovo della Diocesi di Trivento S.E. Mons. Domenico Scotti, il sindaco di Chiauci Egildo Di Pilla, il presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto, l’ingegner Sante Di Giuseppe, il senatore Fabrizio Di Stefano e l’assessore regionale alla cultura Luigi De Fanis.

“Si tratta di una infrastruttura che ha segnato il mio personale percorso politico visto che per la prima volta ne ho sentito parlare nel lontano 1999” ha spiegato Febbo. “Poco più di due anni fa mi venne chiesto di portare a compimento due grandi priorità per l’Abruzzo: il completamento della Diga di Ponte Chiauci che stiamo inaugurando oggi, e quello dei bacini irrigui della Piana del Fucino. Un primo punto lo abbiamo dunque centrato, anche se l’opera andrà a completo regime nel giugno del 2013. Tuttavia già da oggi l’infrastruttura sarà di fatto operativa, consentendo ai territori del Basso Abruzzo e dell’Alto Molise di sconfiggere definitivamente la crisi irrigua che ha segnato per decenni queste zone”.

A questo proposito l’assessore ha ricordato i gravi danni e i pesanti disagi subiti dalle aree industriali ed agricole della zona, proprio a causa della siccità. “Anche per questi motivi” ha aggiunto “quella di oggi si può definire a tutti gli effetti una giornata storica, considerando che rare sono le volte in cui la politica è riuscita a dare risposte concrete alle esigenze della collettività, e quella di oggi è una di queste”.

In occasione del suo intervento, l’assessore ha anche ricordato l’impegno messo in campo dal presidente della Regione Gianni Chiodi e dell’intera Giunta sin dal momento del suo insediamento, per permettere la conclusione dell’opera, sottolineando anche gli sforzi portati avanti soprattutto in questo ultimo periodo dal Consorzio di Bonifica Sud-Vasto nel seguire la realizzazione dell’opera e i passi successivi che hanno portato al completamento della sua prima fase.

La Diga di Chiauci, progettata dall’ingegner Alfredo Passero, possiede una capienza complessiva del bacino che supera i 14 milioni di metri cubi d’acqua. Le fasi di invaso, inizialmente, saranno due: la prima verrà completata entro il mese di giugno e prevede il riempimento di un terzo dell’intera capienza del bacino (pari a circa 4 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua), che potranno già essere utilizzati nel corso della prossima estate. In autunno prenderà il via, invece, la seconda fase d’invaso, con oltre 9 milioni di metri cubi destinati all’utilizzo dal 2012. Si arriverà all’ultimazione totale entro il maggio del 2013, data a partire dalla quale, l’intera capienza dell’invaso diventerà periodicamente disponibile. Il costo complessivo dell’opera ammonta a 124 milioni di euro, di cui 75 milioni provenienti dai Fondi ex Agensud. Dal 1997 al 2002 c’è stato un fermo totale dei lavori che sono poi ripresi nel 2002, grazie ad un finanziamento Cipe di circa 19 milioni di euro. Nel giugno 2010, infine, il Consorzio di Bonifica Sud-Vasto ha ottenuto un ulteriore finanziamento di 25 milioni di euro, mentre altri 5 milioni sono arrivati dal Piano Irriguo Nazionale, per opere di ristoro ambientale e per la messa in sicurezza dell’alveo del fiume Trigno, oltre alla costruzione di una strada circumlacuale e anche per il ripristino del bacino naturale di Pescolanciano.

Il commento del capogruppo Udc in Consiglio Regionale, Antonio Menna. “L’inaugurazione della diga di Chiauci rappresenta il segnale più concreto di una politica diversa che per tanto tempo ha caratterizzato il governo di questo Paese e che ha visto protagonisti uomini di questa regione, come l’ex Ministro Gaspari, che ha lavorato molto a partire dalla metà degli anni ottanta perché questa opera di grande rilevanza sociale ed economica potesse essere sostenuta, finanziata e poi avviata a realizzazione almeno nei suoi aspetti essenziali. Con questa opera, di indubbia valenza strategica per lo sviluppo dell’agricoltura delle regioni Abruzzo e Molise, si realizza una infrastruttura destinata a dare nuovi impulsi allo sviluppo e al rilancio dell’economia di queste zone”.