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150° anniversario dell’Unità d’Italia

“Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861″.

Sono le parole che si possono leggere nel documento della legge n. 4671 del Regno di Sardegna e valgono come proclamazione ufficiale del Regno d’Italia, che fa seguito alla seduta del 14 marzo 1861 della Camera dei Deputati, nella quale è stato votato il progetto di legge approvato dal Senato il 26 febbraio 1861. La legge n. 4671 fu promulgata il 17 marzo 1861 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 18 marzo 1861.
In circa due anni, dalla primavera del 1859 alla primavera del 1861, nacque, da un ‘Italia divisa in sette Stati, il nuovo regno: un percorso che parte dalla vittoria militare degli eserciti franco-piemontesi nel 1859 e dal contemporaneo progressivo sfaldarsi dei vari Stati italiani che avevano legato la loro sorte alla presenza dell’Austria nella penisola e si conclude con la proclamazione di Vittorio Emanuele II re d’Italia.
Tra il 1859 e il 1860 non ci fu un vero scontro tra l’elemento liberale e le vecchie classi dirigenti ma una rassegnata accettazione della nuova realtà da parte di queste ultime. Solo nel regno meridionale si manifestò una qualche resistenza, dopo la perdita della Sicilia e l’ingresso di Garibaldi a Napoli (7 settembre), senza colpo ferire, con la battaglia del Volturno e la difesa di alcune fortezze. Il nuovo Stato non aveva tradizioni politiche univoche (insieme ad un centro nord con tradizioni comunali e signorili, c’era un mezzogiorno con tradizioni monarchiche fortemente accentrate a Napoli) ma si basava su una nazione culturale di antiche origini che costituiva un forte elemento unitario in tutto il paese, uno Stato – come scrisse all’indomani della conclusione della seconda guerra mondiale un illustre storico svizzero, Werner Kaegi – che cinque secoli prima dell’unità aveva “una effettiva coscienza nazionale” anche se priva di forma politica. Nel rapidissimo riconoscimento del regno da parte della Gran Bretagna e della Svizzera il 30 marzo 1861, ad appena due settimane dalla sua proclamazione, seguito da quello degli Stati Uniti d’America il 13 aprile 1861, al di là delle simpatie per il governo liberale di Torino, ci fu anche un disegno, anche se ancora incerto, sul vantaggio che avrebbe tratto il continente europeo dalla presenza del nuovo regno.
Cominciò infatti a diffondersi la convinzione che l’Italia unita avrebbe potuto costituire un elemento di stabilità per l’intero continente. Invece di essere terra di scontro tra potenze decise ad acquistare una posizione egemonica nell’Europa centro-meridionale e nel Mediterraneo, l’Italia unificata, cioè un regno di oltre 22 milioni di abitanti, avrebbe potuto rappresentare un efficace ostacolo alle tendenze espansioniste della Francia da un lato e dell’impero asburgico dall’altro e, grazie alla sua favorevole posizione geografica, inserirsi nel contrasto tra Francia e Gran Bretagna per il dominio del Mediterraneo. Oggi il 17 marzo Google (con il logotipo in alto a sinistra) e tutto il Paese festeggiano 150° anniversario dell’Unità d’Italia

150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA. GLI EVENTI IN ABRUZZO:

Torre de’ Passeri. Un paese tricolore, vestito a festa con le bandiere italiane che sventolano nelle strade e nei balconi, decine di bersaglieri, alpini e associazioni del paese, scolaresche, cittadini, autorità municipali e dei Comuni limitrofi. Torre de’ Passeri celebrerà sabato 19 marzo il 150° anniversario dell’Unità d’Italia alla presenza dell’ex presidente del Senato della Repubblica Franco Marini. La manifestazione organizzata dall’amministrazione Linari, si svilupperà nel corso dell’intera giornata e sarà conclusa da un Consiglio Comunale solenne in cui sarà consegnata alla municipalità di Torre de’ Passeri la medaglia d’oro al valor civile del bersagliere Settimio Di Battista da parte dei familiari, a cui seguirà il gran concerto della fanfara dei bersaglieri “La Dannunziana”.

Alle 9, in piazza papa Giovanni XXIII, è previsto il raduno delle autorità e l’arrivo della fanfara dei bersaglieri “La Dannunziana” al suono delle trombe, a cui seguirà la Santa Messa. Alle 10 partirà la parata solenne dei labari e delle bandiere alla presenza delle autorità civili, militari, religiose, associazioni, scolaresche per le vie del paese con l’esibizione della fanfara, mentre alle 11 è previsto il rientro in piazza papa Giovanni Paolo XXIII per l’alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti di tutte le guerre. Seguiranno l’allocuzione del sindaco, l’intervento di un rappresentante dell’associazione bersaglieri di Pescara su “Il corpo dei bersaglieri e la storia risorgimentale” e le riflessioni degli studenti, in rappresentanza degli istituti scolastici di Torre de’ Passeri. La mattinata sarà conclusa alle 12.15 con la matinèe in piazza della fanfara “La Dannunziana”. Nel pomeriggio la manifestazione si sposterà al palazzetto comunale dello sport con l’assemblea solenne del Consiglio Counale di Torre de’ Passeri, il saluto del bersagliere Settimio Di Battista, seguito dalla cerimonia di consegna al sindaco in rappresentanza della municipalità di Torre de’ Passeri della medaglia d’oro al valor militare del bersagliere Settimio Di Battista da parte dei familiari. Alle 18, il concerto solenne della fanfara dei bersaglieri “La Dannunziana” in onore del 150° anniversario dell’Unità d’Italia con la partecipazione di una delegazione degli studenti della scuola primaria di Torre de’ Passeri. Chiusura con fuochi pirotecnici dedicati al 150° compleanno della Nazione.

Caramanico Terme. Si celebra l’unità riportando il passato in vita nelle stradine del borgo arroccato sulla Majella. Ieri sera una rievocazione storica ha fatto rivivere uno degli episodi decisivi per l’Italia appena unita, accaduto proprio a Caramanico dopo il plebiscito nazionale del 21 ottobre 1861: una rivolta contro il potere e contro le elezioni pilotate. Più di 50 figuranti in costume, tra i quali anche il sindaco Mario Mazzocca, hanno ricostruito la mossa dei briganti guidati da Angelo Colafella: una forte contestazione contro i signori del paese per riscattare il diritto alla democratica decisione anche per i più poveri. Pochi giorni di lotta, sedata dall’arrivo della Guardia Nazionale, ma in verità il primo vero tentativo di rivolta in Italia che diede l’avvio a molte altre sommosse, soprattutto in Abruzzo. A rendere un pò più presente il passato sono state l’associazione culturale ‘Confulenze’, la Consulta comunale per la Cultura e la Ricerca storica, e gli stessi abitanti del paese: uno spettacolo itinerante, sparso per 5 luoghi del centro storico, quelli esatti in cui 150 anni fa si verificarono gli scoppi della rivolta, le riunioni dei liberali, l’incendio al Giudicato Regio, il saccheggio, gli arresti da parte della Guardia Nazionale e il processo che condannò i rivoltosi per reati di brigantaggio.

Scene suggestive, cura nella ricostruzione storica e folkloristica, dialoghi in dialetto, cappe e cavalli che hanno adunato, nonostante la pioggia, moltissimi spettatori, tra i quali anche un divertito presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, con famiglia al seguito.

Flash mob di CasaPound in Val Vibrata. Una ‘pioggia’ di bandierine con su scritto ‘W l’Italia’ hanno invaso strade, piazze e scalinate grazie a un centinaio di flash mob organizzati da CasaPound Italia lungo tutta la penisola, dal Brennero alla Sicilia. Colorando anche lo splendido territorio della Val Vibrata, e in particolare la storica Civitella del Tronto, ove sono in corso i festeggiamenti per l’Unità d’Italia. Porta Napoli, ingresso alla città, Piazza Franciscus Filippi Pepe e Corso G. Mazzini si sono risvegliati con una miriade di volantini tricolori. Così come il verde, il bianco e il rosso hanno salutato le piazze e i monumenti storici di Ancarano, Torano Nuovo, Nereto e Sant’Egidio alla Vibrata. Sul fronte del volantino solo una scritta, ‘W l’Italia’, mentre sul retro Cpi dice la sua su cosa vuol dire essere italiani: ‘’Tu non sei una barzelletta, una ricetta, un monumento – si legge sul manifestino – Tu non sei ‘l’arte di arrangiarsi’ e il ‘chi te lo fa fare’. Tu non sei una pizza o una gondola, come ti vorrebbero all’estero. Tu non sei le divisioni artificiose, i particolarismi, i menefreghismi. Tu non sei la tua mafia, la tua burocrazia, il tuo Vaticano. Tu non sei vile, inutile e corrotto come il tuo Parlamento. Tu non sei ruffiano, parolaio e banale come la tua tv. Tu non sei rapace e banditesco come le tue banche. Tu non sei narciso e vuoto come la tua classe intellettuale. Tu non sei arrendevole, pauroso, sottomesso come ti vorrebbero. Tu sei italiano. E hai una rivoluzione da fare’’.