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Riserva Borsacchio: Acerbo critica la nuova perimetrazione

Via la pineta Mazzarosa, via le aree dei campeggi, della spiaggia di Cologna e di Giulianova, dentro alcune colline con relativi calanchi. Questi i nuovi confini della Riserva del Borsacchio decisi ieri dalla commissione Ambiente della Regione. A Questo punto il testo dovrà passare in consiglio per divenire esecutivo. “Faremo un’opposizione strenua, speriamo prevalga il buon senso”, ha dichiarato il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Maurizio Acerbo nel corso di una conferenza stampa convocata per denunciare quello che ha definito un “vero e proprio blitz”.

Da anni al centro di polemiche tra le amministrazioni di Roseto e Giulianova da una parte e opposizioni e ambientalisti dall’altra, la Riserva del Borsacchio da ieri è stata ridisegnata secondo la cosiddetta “proposta Rabbuffo”, il consigliere regionale oggi in quota Fli che nel 2009 per primo propose un riassetto dei confini. Sostanzialmente immutata nell’estensione, la riserva è stata tagliata di alcuni pezzi ritenuti tra i più pregiati, come la storica pineta Mazzarosa.
“Avevamo già scritto gli emendamenti in base alla proposta del dirigente della Regione”, ha denunciato Acerbo. In base a questa, nella riserva sarebbero stati permessi tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre sarebbero state escluse dai vincoli le aree giuliesi interessate dal Contratto di quartiere della zona Annunziata. “È evidente che si volevano sbloccare aree ad alto valore a favore della speculazione edilizia”, ha commentato Acerbo. Il voto della commissione è stato bipartisan, con l’assenso di Pdl, Pd e Fli, ed è arrivato in un momento di assenza dell’ex parlamentare di Rifondazione. “La cosa triste è che questa cosa coinvolge ancora il Pd”, ha aggiunto il consigliere, che è tornato a criticare il voto favorevole del suo collega Pd Claudio Ruffini. “Sembra strano che nella regione dei terremoti e proprio dove si è verificata la recente alluvione non si sia a favore della tutela del territorio ma piuttosto del suo consumo”, ha aggiunto Acerbo.
Sulla questione interviene anche la Federazione della Sinistra di Roseto, che in una nota torna a chiedere all’amministrazione locale il ritiro del Prg. “Dopo la decisione della Regione – dichiara il portavoce Marco Borgatti – vengono ad esserci aree molto preziose della cittadina che non sono normate dal nuovo Piano, visto che prima erano all’interno della riserva. Vogliamo sperare che il Pd rosetano conservi ancora un minimo senso della decenza, e che invece di andare ad un’ennesima prova di forza che stavolta sarebbe criminale voglia sedersi ad un tavolo per discutere del futuro di zone storiche della cittadina come la pineta Mazzarosa”.