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Progetto Reti per l’Alta Formazione: 8 milioni di euro per innovazione e ricerca

Accrescere il capitale umano regionale, attraverso la promozione dell’innovazione come fattore di competitività del sistema economico, e rafforzare la formazione tecnico-scientifica. Sono questi gli obiettivi del progetto speciale multiasse “Reti per l’Alta Formazione”, firmato questa mattina, nella sede della Regione Abruzzo a Pescara, dall’assessore al Lavoro Paolo Gatti e dai rappresentanti dei tre atenei abruzzesi.

Il progetto prevede lo stanziamento di 8 milioni di euro di risorse programmate nel Piano Operativo 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo 2007/13. In particolare, le risorse serviranno alle università per formare figure professionali in grado di affiancare le piccole e medie imprese abruzzesi nei processi di crescita e di innovazione, sia in termini di processo, che di prodotto. Il progetto riguarda quattro azioni di intervento: rafforzare le competenze dei giovani ricercatori che operano negli atenei abruzzesi attraverso l’opportunità di accedere a corsi di alta formazione nella ricerca, attivare master e corsi di perfezionamento finalizzati a sostenere la ricerca ed il trasferimento tecnologico dei suoi risultati per diffondere le conoscenze nei sistemi produttivi locali e rafforzarne la capacità delle imprese locali di accedere all’innovazione tecnologica ed organizzativa, sviluppare un’azione innovativa che impegni l’intera filiera dell’Istruzione e della Ricerca (Università, Centri di Ricerca, Istituti di istruzione secondaria e primaria) verso l’orientamento alle discipline tecnico-scientifiche degli studenti in età scolastica, e promuovere accordi e partenariati tra università e centri di ricerca abruzzesi ed esteri per la realizzazione di scambi e di progetti di ricerca e trasferimento tecnologico.
“Nell’azione complessiva di sostegno all’economia e all’occupazione regionale” commenta Gatti “un ruolo centrale gioca, a nostro avviso, il mondo dell’Università e della Ricerca. Con questo protocollo sosteniamo i ricercatori e incentiviamo il trasferimento tecnologico dal mondo accademico all’impresa, spingendo verso una sinergia sempre più concreta e seria fra atenei abruzzesi e imprese. Il progetto che abbiamo siglato oggi, rispetto al passato, aumenta le risorse che mettiamo loro a disposizione. Nel progetto delineiamo l’obiettivo e gli strumenti operativi per anche per favorire una collaborazione virtuosa fra Università e impresa, per produrre risultati scientifici e di alta formazione con ricadute sul capitale umano da utilizzare nel sistema produttivo regionale. Sono felice che i magnifici rettori delle università abbiano condiviso il metodo con il quale è stato scritto il progetto e soprattutto le finalità che esso persegue. Vogliamo innovare l’interlocuzione fra Regione e mondo accademico. A breve lanceremo, infatti, altri bandi che perseguono le stesse finalità e vedranno sempre protagoniste le università, ma con un occhio rivolto questa volta alla voglia di imprenditorialità dei giovani ricercatori abruzzesi, attraverso il sostengo al lancio di start-up”.

All’appuntamento è intervenuto anche il presidente della Regione Gianni Chiodi, il quale ha ribadito che “la sfida epocale è quella di riuscire a restituire quote di futuro e di speranza alle giovani generazioni. Ma questo obiettivo passa sia attraverso la riduzione del debito che per mezzo della previsione di un cospicuo investimento sulla formazione dei giovani”.
Per l’ateneo “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara era presente il Rettore, Franco Cuccurullo, per l’università di Teramo il Rettore, Rita Tranquilli Leali, mentre l’ateneo aquilano è stato rappresentato dal professor Carlo Cecati.
“Rispetto all’indebitamento” ha aggiunto Chiodi “in due anni abbiamo ridotto di circa il 14% lo stock di debito della Regione. Oggi spendiamo la metà di quando spendevano i Governi che ci hanno preceduto e questo dato è, d’altro canto, confermato dal rating che ci è stato assegnato. Riguardo alla formazione, dal momento che i giovani si trovano a vivere una realtà altamente competitiva ormai su scala mondiale, non si può prescindere da criteri qualificanti come merito e capacità. Ma occorre che si muova l’intero sistema delle Istituzioni per investire adeguatamente sulle competenze e sulle professionalità. Del resto, la politica che pensa solo all’oggi serve solo in termini di sopravvivenza del consenso elettorale, ma non determina risultati apprezzabili in vista delle sfide future che riguarderanno un’intera generazione”.