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Chiodi ascoltato dalla Commissione inchiesta Sanità. Cgil: “Poteri forti? Un paravento”

L’Aquila. “Tra i  “poteri forti” di cui parla il presidente Chiodi, che ostacolano la riforma del sistema sanitario abruzzese, includendovi i sindacati e i lavoratori, non possono essere annoverati la CGIL ed i lavoratori che rappresenta”.

È quanto dichiarano a gran voce Carmine Ranieri e Angela Scottu di Cgil Fp e Cgil Abruzzo, che, in risposta alle recenti dichiarazioni del governatore, portano a esempio l’inchiesta della Commissione Marino sulla psicoriabilitazione, avviata proprio sulla base della denuncia inoltrata il 25 giugno del 2009 dalla Cgil e sottoscritta da oltre cento lavoratori da essa rappresentati, oltre che dalla Cisl. “La denuncia” spiegano “si riferiva alla drammatica condizione assistenziale dei pazienti delle strutture psicoriabilitative e delle condizioni di lavoro degli operatori del Gruppo Villa Pini d’Abruzzo. Alla denuncia era allegato l’esposto al Presidente Chiodi, all’allora Commissario ad acta Gino Redigolo, agli Assessori alla Sanità ed al Lavoro (rispettivamente Venturoni e Gatti), alle Direzioni Generali delle ASL abruzzesi e alle Procure della Repubblica di Pescara e di Chieti, in cui si chiedeva, tra l’altro, “di attivare controlli e verifiche sulla qualità e conformità delle prestazioni sanitarie erogate…”. Ricordiamo, inoltre, che il 18 giugno 2010, in occasione del convegno promosso dalla Cgil sulla riorganizzazione della sanità  abruzzese, alla presenza della sub-commissaria Baraldi e dell’Assessore alle Politiche per la Salute Lanfranco Venturoni, la stessa Cgil trattò, tra le questioni strategiche della riorganizzazione e della qualità del sistema, la necessità di valorizzare le risorse umane, di effettuare i controlli e la verifica dei risultati, di riorganizzare la Direzione Regionale della Sanità”.

Stando a quanto dichiarato da Ranieri e Scottu, la Cgil chiedeva le ragioni per le quali nulla era stato ancora fatto in un anno e mezzo di governo regionale. “A distanza di ulteriori otto mesi da quella iniziativa, nulla è cambiato” tuonano entrambi. “Il paradosso è che la stessa Baraldi, mentre ad agosto del 2010 encomiava il personale della Direzione Sanità, ringraziandolo per l’impegno e il contributo che veniva da loro fornito per l’adempimento del suo incarico, oggi lo accusa di incompetenza e ignoranza. Da quanto esposto, riteniamo che le denunce di Chiodi e della Baraldi sui poteri forti che in Abruzzo ostacolarebbero la riorganizzazione del sistema sanitario non possono restare generiche, ma vanno circostanziate, assumendone la responsabilità; includere il sindacato ed i lavoratori tra i gruppi di pressione di ostacolo al cambiamento “…perchè il sistema faceva comodo a tutti, anche ai pazienti…”, è una accusa infondata: le denunce alla Commissione Marino sono state fatte a tutela di pazienti e lavoratori. Le affermazioni contraddittorie e generiche della Baraldi sul personale della Direzone Sanità, oltre che gravi perchè  accusano tutti indistintamente, generano dubbi sulla linearità dei suoi giudizi e, soprattutto, sulla reale volontà di riorganizzazione della struttura. Così si ottiene il solo risultato di demotivare il personale. Non vorremmo che l’accusa sui “poteri forti”  fosse soltanto un paravento per nascondere le proprie responsabilità sull’inadeguatezza delle politiche sanitarie adottate finora e sul crescente disagio dei cittadini abruzzesi”.

“In Abruzzo eravamo convinti che Chiodi stesse lavorando per la zona franca urbana a L’Aquila, non certo per una zana affrancata dalla legge”. Così il Capogruppo del PD in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro commenta le dichiarazioni di Chiodi. “Ho scritto ai Ministri delle Riforme, degli Interni e dei Rapporti con le Regioni” aggiunge “per chiedere loro se esiste una legge speciale, un nuovo testo avanzatissimo del federalismo, del quale nessuno conosce l’esatto contenuto, ma è nelle disponibilità del solo Chiodi, un federalismo delle regole, che consente al Presidente della Regione il diritto al safari, cioè di chiedere ed ottenere addirittura dalle procure, con cui avrebbe concordato, una azione di governo in non costante legalità, una sorta di diritto a delinquere un po’. Se questa legge non esiste chiedo loro di intervenire con un provvedimento speciale di sospensione delle funzioni commissariali per gravi motivi riscontrati nelle dichiarazioni rese che non consentono la prosecuzione del suo lavoro. Insomma, mi basterebbe una legge che stabilisse l’obbligo alle vacanze per Chiodi. Il Governatore ora chiama in causa procure e tribunali amministrativi, coinvolgendoli nelle sue allucinanti esternazioni. E’ chiaro che ne risponderà. Presto ci sarà il consiglio regionale straordinario richiesto da noi proprio sulle dichiarazioni del duo Chiodi-Baraldi. Il PDL stacchi la spina a Chiodi prima che lui trascini l’Abruzzo nel ridicolo, più di quello che ha fatto fino ad ora”.